martedì 17 giugno 2014

Ancora sul giornalismo

Partiamo dai fatti: domenica sera, appena staccato dal lavoro, erano circa le otto, mi sono diretto verso casa. Ancor prima di imboccare la strada statale in direzione Ancona, però, ho notato che su di essa c'era una lunga fila di macchine ferme, che non scorreva; dopo un po' di attesa, avendone la possibilità, ho perciò girato la macchina, scegliendo di percorrere un'altra strada, molto più lunga ma che almeno non presentava il traffico fermo. La scelta si è rivelata giusta, col senno di poi: mio padre, che era stato in gelateria ma se ne era andato abbastanza prima di me, è infatti arrivato una mezz'ora abbondante dopo di me, essendo rimasto imbottigliato nell'ingorgo causato, ora lo sappiamo, da un brutto incidente automobilistico che ha causato anche un decesso.

Cosa c'entra il giornalismo? La stessa domenica sera, dopo cena, mi sono messo alla ricerca delle cause dell'ingorgo, e le ho trovate in questo articolo del Corriere Adriatico (ne ho anche fatto una copia su Freezepage, per essere sicuro che non lo rimuovano come tanti fanno spesso in questi casi, anche se ne dubito): eppure, qualcosa non tornava, dalla notizia. In essa viene affermato che l'incidente è avvenuto sotto la galleria Valteara, ma ciò non corrisponde alla realtà: difatti rispetto all'uscita di Genga, dove sono uscito, la galleria Valterara è in direzione Fabriano, non nella direzione Ancona, altrimenti la coda sarebbe stata nell'altra direzione, ed io non avrei dovuto cambiare strada. Non è una svista involontaria, inoltre: gli 846 metri sono proprio quelli della galleria Valteara, mentre la galleria Colle Saluccio, quella vera sotto la quale ha avuto luogo l'incidente, è molto più corta, perciò l'errore è stato proprio in maniera convinta e volontaria. Il fatto peggiore è un altro, però: se infatti dare una notizia "fresca" e che potrebbe essere anche parzialmente sbagliata a caldo può anche avere un senso, non è accettabile però che ad oggi la notizia non sia stata corretta, ma anzi l'informazione erronea si sia perpetuata anche in una news successiva (freezepage); ancor peggio è che l'altro quotidiano locale della zona, il Resto del Carlino, non solo non abbia sbugiardato i concorrenti, ma anzi gli abbia copiato in toto la notizia sbagliata (freezepage).

A questo punto, qualcuno di voi forse si chiederà: ma in fondo lo sbaglio è relativo ad un dettaglio infinitesimo, perché accanirsi così? In primis, perché questo non è  un errore isolato, ma si sentono ogni giorno di errori, sviste e bufale finite sui giornali. In secondo luogo, io credo che la questione sia molto importante: la nostra conoscenza dei fatti dipende infatti dai giornalisti, che hanno quindi una responsabilità enorme sulle loro spalle. Per questo, non si possono permettere di sbagliare nemmeno un dettaglio così banale, men che meno se si tratta di un'informazione facilmente verificabile come questa (bastava andare sul luogo, non serviva altro). Oltre a questo, trovo fastidioso che al mio minimo errore in gelateria io perda clienti e quindi guadagni, mentre i giornalisti, privilegiati se possono vivere solo di scrittura, non fanno uno sforzo in più per la correttezza pure se il loro lavoro è ben più facile di quello della maggioranza degli altri; ancor più fastidioso è inoltre il fatto che mentre io con Heavy Metal Heaven (o anche con questo blog) non vedo nemmeno il becco di un quattrino, nonostante l'impegno che ci metto per evitare gli errori e rendere il tutto rigoroso, i giornalisti non ci mettano altrettanto impegno, nonostante siano pagati per farlo. E' qualcosa che mi indigna abbastanza: al contrario di alcuni ridicoli movimenti politici (non faccio nomi ma avete capito), io credo che il lavoro dei giornalisti sia importantissimo, fondamentale, per questo dovrebbe essere fatto con più rigore e con meno superficialità; altrimenti, come suggerivo implicitamente nello scorso articolo sul giornalismo, l'Ordine dei Giornalisti non ha alcun senso, e sarebbe meglio che il titolo di giornalista fosse dato a gente che si dimostra col tempo affidabile e competente, e non semplicemente a chi ha sborsato per fare il corso e superare l'esame.

venerdì 13 giugno 2014

Broken glass

Nuova settimana, nuovo racconto, anche se questo rispetto a quello della scorsa settimana è nuovo di zecca. E' una novella molto breve, con cui ho partecipato ad un altro mini-contest su un forum, e l'ho scritto intenzionalmente come presa in giro ironica ad uno dei "fenomeni" usciti negli ultimi decenni. Per il resto, non vi dico altro; spero soltanto che vi piaccia!

Broken glass

Il silenzio della ore piccole della notte era infranto solo dal lieve rumore prodotto dalle dita di Max che si muovevano rapide sulla tastiera del computer. Tutto era cominciato tre giorni prima: stava scandagliando la rete come spesso faceva, alla ricerca di nuove cospirazioni smascherate da quei pochi ricercatori della verità onesti e non al soldo dei governi, quando si era imbattuto in due articoli che lo avevano colpito. Parlavano di due argomenti molto diversi, eppure l’uomo aveva notato subito alcune somiglianze, e man mano che approfondiva, gli sembrava sempre più chiaro ci dovesse essere un collegamento tra quei fatti apparentemente slegati. I tasselli del puzzle andarono tutti al loro posto man mano che ricercava nuove prove, e l’uomo scriveva febbrilmente da ormai quasi un’ora: troppo clamorosa era la sua scoperta per rimandare la sua pubblicazione al giorno successivo.
“Finalmente il Nuovo Ordine Mondiale creato dai Rettiliani e l’illusione di massa perpetrata attraverso le grandi industrie farmaceutiche con cui esso controlla il mondo verranno definitivamente messi a nudo, e nessuno potrà fare niente impedirlo!” si disse con soddisfazione mentre scriveva le ultime parole dell’articolo sul gigantesco complotto da lui scoperto, prima di prendersi una pausa dal computer.

Dieci minuti dopo, Max tornò nuovamente alla scrivania. Rilesse con molta calma l’articolo, in cerca di errori, ma non ve ne erano: era perfetto, la cosa migliore che avesse mai scritto per il suo blog “La Verità dietro l’Inganno”.
“E’ ora di pubblicare” pensò infine; subito dopo il silenzio venne d’improvviso squarciato da un fortissimo rumore di vetri rotti proveniente dal bagno, che lo fece spaventò a morte.
“Cos’è stato?” pensò l’uomo, il cuore in gola. Il silenzio era già tornato a dominare, ma passò qualche lungo minuto prima che Max si decidesse a muoversi.
“Forza, hai sfidato senza paura le scie chimiche uscendo di casa, puoi affrontare  anche questo” si disse tra se per farsi coraggio, alzandosi lentamente dalla sedia. Percorse il breve corridoio con angoscia crescente ad ogni passo; arrivato alla porta del bagno, dopo un profondo sospiro ne socchiuse la porta. Le luci erano spente, ma un certo chiarore filtrava dai lampioni lì fuori, e nella semioscurità Max scorse un grosso oggetto che giaceva sulle piastrelle al centro della stanza.
“Mio dio, è sicuramente una granata o una bomba al gas nervino… possibile che il Nuovo Ordine Mondiale mi abbia scoperto ancor prima di rivelare la verità?” sussurro piagnucolando. Per un minuto rimase a fissare sgomento l’oggetto, paralizzato dalla paura, ma nulla accadde. Cautamente, allora, facendosi forza, fece un passo in avanti, pronto al minimo segnale di pericolo a darsela a gambe; tuttavia di nuovo niente si mosse. Seppur l’agitazione fosse ancora tanta, l’uomo continuò ad avanzare verso l’oggetto misterioso, finché esso fu a portata di braccio; facendo allora appello a tutto il suo coraggio, Max lentamente lo raccolse in mano.
“Forse è difettosa” pensò ad alta voce, mentre ormai rapidamente la tensione gli veniva meno, sostituita dalla curiosità: fu allora che decise di accendere la luce. Appena vide che cos’era in realtà ciò che aveva infranto la sua finestra, qualcosa scattò dentro la sua mente: forse tutta la storia dei complotti, del Nuovo Ordine Mondiale, di Big Pharma e delle scie chimiche era andata veramente troppo oltre, forse erano tutte grandissime stupidaggini che di sicuro non valevano tutta quella paura. L’angoscia lo abbandonò del tutto, sostituito dalla stanchezza pesante di quei tre giorni passati praticamente insonni, così Max decise di andare a letto seduta stante; mentre usciva dal bagno, con noncuranza lasciò così lì la semplice, comunissima pietra che aveva infranto la sua finestra ed il foglio  di carta in cui era arrotolata, in cima al quale stava scritto:
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E più sotto:

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giovedì 5 giugno 2014

Fuori

Vi ricordate quel concorso intitolato "Distopie Impure" a cui vi ho detto di aver partecipato qualche mese fa? Ebbene, ieri l'organizzazione del concorso, con questo post, ha annunciato il suo  annullamento ufficiale: motivo di ciò è il fatto che ventisei dei trenta racconti giunti agli organizzatori non sarebbero distopie (il mio compreso, ovviamente). Ciò che penso a riguardo: probabilmente gli organizzatori hanno un concetto di distopia molto più restrittivo di quello inteso comunemente, e che la causa di questo "fallimento" è che non hanno saputo comunicare ciò che volevano realmente (linkando per esempio la pagina wikipedia che descrive il "senso allargato" di questo sottogenere letterario), altrimenti non si spiega come ci siano state ventisei (e non una o due) defaillance del genere. Inoltre, ho il sospetto, seppur non fondatissimo, che il mio racconto non sia stato effettivamente considerato non distopico, ma proprio non sia affatto arrivato ai destinatari, e che quindi io di fatto non abbia nemmeno partecipato a questo contest: ho chiesto anche lumi, in proposito, in tempi non sospetti, ma non mi è stato risposto, alla fine.

Un disastro e un'ingiustizia, quindi? Forse, ma a questo punto non ha più importanza, e non è del resto minimamente nelle mie intenzioni mettermi a contestare il risultato. Mi sento però di pubblicare il racconto con cui ho (forse) partecipato, visto che secondo me comunque merita: si intitolato Fuori e potete leggerlo e scaricarlo come pdf a questo indirizzo (la password per accedere al documento è: Satana666). Diversamente dal solito, giunti a questo punto,non vi parlerò di come sia il racconto: vi basti sapere che è il mio scritto fin'ora più ambizioso; inoltre, cosa anche più importante, la sua storia mi ha appassionato a tal punto mentre lo mettevo a punto che ho deciso di proseguirla, scrivendo altri racconti in modo da creare un collage che poi andrà a formare una storia unitaria (che poi verrà proposta per essere pubblicata). Anche più che negli altri casi, per tutto questo, il mio invito è a leggerlo, e magari a farmi sapere se vi è piaciuto o meno: spero quindi che lo farete numerosi!