martedì 28 ottobre 2014

Quattro conti sull'evasione fiscale italiana

Mentre stavo scrivendo il post dello scorso martedì, mi sono accorto con un po' di disappunto che il mio ragionamento avrebbe potuto sembrare del tutto teorico, senza mai scendere in particolari. Per correggere questo difetto, ho provato quindi ad inserire almeno un esempio pratico, a proposito dell'evasione fiscale in Italia: ho realizzato subito, tuttavia, che l'articolo in quel modo sarebbe divenuto troppo lungo e troppo espansivo, in ultima analisi noioso. Per questo, ho infine deciso di tornare all'idea di base, scrivendo un post di pura riflessione, anche a costo di rischiare di sembrare poco pragmatico; ho deciso tuttavia di non eliminare ciò che avevo scritto in surplus, bensì di realizzarci un altro post: quello che vedete qui sotto, appunto.

La manovra finanziaria attualmente allo studio del governo costerò alle casse dello stato 36 miliardi di euro, una cifra immensa che ovviamente comporterà altri tagli ai servizi per il cittadino. Ebbene, sapete quanto è la cifra che la sola evasione fiscale toglie ogni anno all'Italia? Le stime sono discordanti, ma oscillano tra poco più di cento miliardi e quasi trecendo miliardi di Euro (fonte). Ponendo che la cifra reale sia quella più bassa, quella di 130 miliardi di Euro, recuperandoli si potrebbero fare quasi quattro manovre finanziarie come quella del governo, mentre prendendo un valore medio di 200 miliardi di manovre ne avremmo cinque e mezza: tutte, ovviamente, senza dover tagliare un euro a chicchessia.

Chi è che causa questa evasione? Molti direbbero che sono i milionari, ed è probabile che in parte ciò sia anche vero, ma facciamo qualche calcolo, utilizzando questa fonte, secondo cui i super ricchi in Italia possiedono complessivamente un patrimonio di 336 miliardi di dollari, pari a circa 263 miliardi di euro; di questi, il 29%, ossia circa 76 miliardi di dollari, sono beni immobiliari, quindi il loro patrimonio monetario si può stimare (ovviamente con una possibile percentuale d'errore) in 186 miliardi di Euro. Ovviamente non è possibile che tutti questi soldi siano di competenza dello stato, anche con un evasione totale: applicando la pressione fiscale media sulle imprese d'Italia, che è circa al 68,6% (fonte), avremmo che la loro evasione è di 127 miliardi, il che è in linea con i 130 miliardi suddetti stimati. Attenzione, però: questi 127 miliardi di euro sono una stima massima, mentre i 130 sono una stima minima, ed è probabile che la forbice tra i due valori sia molto più ampia, se non altro perché 127 miliardi di euro significherebbe che ogni singolo super-ricco evade al cento percento le tasse che deve pagare, il che è estremamente improbabile. Più probabile è invece che tale evasione sia causata anche dalle imprese più piccole; del resto, anche se partiree delle esperienze personali non è molto scientifico (vi chiedo perdono), credo che a tutti sia capitato di non ricevere lo scontrino da qualche parte (ed a me, in gelateria, molte volte è capitato di clienti stessi che non lo chiedessero, con fastidio). Si può obiettare che qualche scontrino fatto o non fatto non fa la differenza, ma un altro semplice calcolo toglie ogni dubbio: se assumiamo, in un anno, 300 giorni lavorativi e facciamo finta che ogni azienda presente in Italia evada ogni giorno una media di 100 euro (il che, con la pressione fiscale equivale a circa 145 euro lordi, cifra al di sotto della portata giornaliera di un qualsiasi bar o ristorante), avremo che le circa 6 milioni e centomila aziende (fonte) che abbiamo in Italia si evadono 183 miliardi di euro, cifra ben al di sopra delle stime minime di evasione.

Se è impossibile insomma dimostrare con certezza di chi sia la colpa dell'evasione fiscale, se non altro perché le stime sono appunto tali, è comunque affermabile, con cautela, che ci sono buone possibilità che parte della colpa non sia dei "potenti", spesso additati in questi casi, ma di una parte delle persone comuni, tornando così all'idea di base dello scorso post. In ultima analisi, quindi, è colpa degli italiani se il nostro paese è povero: purtroppo però essi non lo realizzano né, probabilmente, lo realizzeranno mai, e continueranno a dare la colpa dei propri mali ai politici o agli immigrati. Triste ma vero, anche questa è l'Italia.

martedì 21 ottobre 2014

"E' (anche) colpa mia"

Ultimamente, si sentono molte voci su quale potrebbe essere il "grande problema" dell'Italia": la maggior parte della gente punta il dito contro la politica in generale, altri se la prendono con gli immigrati, altri ancora con l'Euro, e così via; insieme ai problemi, vengono anche elencate le soluzioni, che di volta in volta sono "mandiamo tutti i politici a casa", "via gli immigrati dall'Italia", "l'Italia fuori dall'Euro", e via dicendo. Ma è proprio vero che siano proprio queste le criticità del nostro paese, e che una volta risolte andremo alla grande? A mio avviso no, il grande, reale, punto debole dell'Italia è un altro; ma cominciamo dall'inizio, analizzando velocemente i tre esempi suddetti.

Il fatto che gli immigrati siano un problema è banale da smontare: gli stranieri che vengono dai paesi poveri fanno spesso lavori che un italiano non farebbe mai, vista la durezza estrema e i turni di lavoro massacranti che accettano di fare, percependo tra l'altro una paga non all'altezza degli sforzi; questo non è certo "rubare il lavoro agli italiani", come prendere qualcosa che qualcun'altro gettato volontariamente nella spazzatura non è considerabile furto. Lungi da un problema, gli immigrati sono invece una ricchezza: coi suddetti lavori, contribuiscono all'esistenza di moltissime imprese nel nostro paese e quindi a far girar l'economia, fatto di cui tutti, bene o male, beneficiamo. Ridicolo è anche additarli come criminali: è vero, ci sono immigrati che delinquono, ma sono una minoranza; ancor più minoritari sono quelli che non sono spinti dalla povertà ma vengono in Italia proprio con l'intenzione di farlo (anche se in questo caso la troppo morbida legge italiana e l'incertezza della pena sono co-responsabili). Il problema degli stranieri in Italia, insomma, nei fatti non è un problema.

Capitolo Euro: la maggior parte della gente pensa che la moneta unica europea sia la causa dell'impoverimento generale delle famiglie, ma in realtà questa è una delle più colossali bufale degli ultimi anni. Non serve che io la smonti: ci hanno già pensato i ragazzi dell'eccellente blog di debunking "Bufale un Tanto al Chilo" con questo ottimo articolo, a cui non credo di poter aggiungere altro. 

Terzo ed ultimo esempio, i politici. Sul fatto che per la maggior parte siano corrotti, inefficienti, che non facciano nulla di concreto per la gente comune ma siano capaci solo di favorire i "poteri forti" siamo (credo) tutti d'accordo, ma a me viene a questo punto da chiedere: perché la gente allora continua a votarli? Veramente, come ci vogliono far credere, non c'è alternativa? In realtà non c'è un motivo fisico per cui non si possa costruire un'alternativa qualsiasi alla classe politica odierna, l'unico problema è che poi essa non prenderebbe molti voti: esempio di questo può essere il Movimento 5 Stelle, che per quanto sia nella mia opinione un partito ridicolo, a cui non lesino mai critiche, è comunque alternativo, e dopo l'exploit del 2013 (non eccezionale, peraltro, visto l'impressionante astensionismo) ha visto ridimensionarsi il proprio bacino di voto. Perché quindi un alternativa non può avere successo? Per il motivo, evidentemente, che per molte persone il sistema va bene corrotto com'è. Del resto, la classe politica è sempre espressione del popolo che governa: la concezione di molti secondo cui in Italia saremmo un popolo di santi governato da dei briganti è di un'ingenuità assoluta, abbiamo invece una classe politica con alcuni onesti ma una maggioranza di ignoranti e/o disonesti, che governa uno stato assolutamente analogo, con alcune persone oneste ma una maggioranza di gente ignorante e/o disonesta, ed è questo il punto cruciale.
 
Cacciare gli immigrati, uscire dall'Euro o azzerare la classe politica insomma non servirebbero a nulla, per uscire dalla brutta situazione in cui è l'Italia, poiché c'è un unico modo in cui il nostro paese potrà tirarsene fuori: ossia, che si ammetta finalmente che il problema dell'Italia è il suo popolo, troppo ignorante, troppo disonesto, troppo poco solidale e soprattutto troppo scaricabarile. A questo problema c'è un'unica soluzione: che le persone prendano coscienza di tutto ciò, e che realizzino finalmente che, sì, in fondo in fondo la situazione dell'Italia "è (anche) colpa mia", e che cambino modo di vivere. Se mai succedesse, credo che non solo usciremo dalla crisi, ma potremmo diventare uno dei paesi più ricchi al mondo, grazie alla valorizzazione delle ricchezze naturali, culturali, storiche ed artistiche che abbiamo in una quantità tanto enorme che qualsiasi altra nazione nel mondo può solo sognare. Utopia pura, come è ormai in molti (troppi?) dei miei ultimi post? Può darsi, ma sta di fatto che se questo problema non sarà mai risolto, non saremo mai un paese normale, e nessun cambiamento in meglio sarà possible. Azzerate la classe politica, perciò, se volete, ma sappiate che i politici successivi saranno altrettanto corrotti: almeno secondo me, solo un grosso cambiamento culturale ed intellettuale può salvare l'Italia. Scusate, comunque, i toni da comizio.

martedì 14 ottobre 2014

Un giorno di ordinaria gelateria

Nelle scorse settimane mi sono imbattuto in un concorso letterario interessante, il cui tema è "la lettura", declinata in tutte le sue forme, e richiedeva racconti estremamente brevi: subito mi è venuta un'idea per il racconto, e così le ho buttate giù. Mi sono accorto tuttavia subito che il racconto che avevo scritto era troppo personale, e se forse voi fan potevate capirlo, in parte, chi non mi conosce minimamente non avrebbe capito il contesto in cui esso è ambientato: ecco perché ho deciso di pensare a qualcos'altro per il contest e di postare quello che ho scritto qui su Hand of Doom. Per quanto riguarda il racconto in sé probabilmente a molti potrà sembrare assurdo, poco realistico, ma fidatevi: per esperienza vi posso dire che è plausibile, e che episodi magari non simili ma analoghi succedono in gelateria quasi tutti gli weekend. Godetevelo!

Un giorno di ordinaria gelateria

«Non hai preso niente?» disse la donna al marito, che usciva a mani vuote dalla gelateria con una strana espressione corrucciata in volto.
«No, cara. Qui devono essere matti, o stupidi, o tutti e due.»
«Ma perché dici questo? Cosa è successo?»
«Pensa, tra tutti i gusti di gelato non hanno il pistacchio! Come fanno ad essere ancora aperti senza pistacchio, come?»
«Non ne ho idea, ma hai ragione, è sconcertante. Però non ti far rovinare questa bella giornata di vacanza solo per questo, ora cerchiamo un’altra gelateria nei dintorni. Andiamo, dai.» concluse la donna, salendo in macchina.

«Cos’era quel rumore?» fece il gelataio, spuntando dal retro del locale.
«Nulla, non preoccuparti, solo l’ennesimo cliente scemo, anche se questo lo era in maniera eccezionale.» rispose la ragazza al bancone.
«Perché? Cos’è successo?»
«E’ stato veramente assurdo! Questo tizio è entrato, ha guardato da lontano la vetrina dei gelati per un minuto, e poi mi ha detto: “mi spiace, signorina, ma visto che non avete il gusto pistacchio non prendo nulla”; quindi, senza nemmeno darmi la possibilità di dire qualcosa, ha girato i tacchi ed è uscito.»
«Il solito cliente che si aspetta il pistacchio verde acceso dato dai coloranti, e quando vede il marroncino del nostro pistacchio naturale non lo riconosce.»
«Si, ma sul cartellino c’è scritto “pistacchio”! Dannazione, sono così stanca di tutti questi clienti che non si sforzano nemmeno di leggere i cartellini dei gelati.»
«Anche io li trovo insopportabili, ma che ci vuoi fare? Questa è l’Italia, il paese dove nessuno legge, nemmeno cose così semplici.» concluse il giovane con una punta di malinconia. La donna lo guardò tornare al suo lavoro nel laboratorio un po’ mesto, e tra sé si disse, triste:
“Eh già, purtroppo è così. E tu, amore mio, dovrai fare ancora a lungo questo lavoro che odi così tanto, mentre il tuo sogno di vivere della tua scrittura è quasi impossibile. ”

martedì 7 ottobre 2014

Ed infine, il martedì

I lettori più attenti si saranno accorti che da qualche settimana sto postando tutti i martedì. E' stata inizialmente una scelta (o meglio una non-scelta) arrivata in maniera quasi casuale, ma poi ho pensato che forse una cadenza settimanale è quello che può scuotere Hand of Doom e fargli avere almeno un pochino del successo che secondo me è nelle sue possibilità. Sperando di essere sempre così ispirato come in questo periodo, proverò a rispettare questo schema: ovviamente a volte ci sarà anche qualche post scritto di getto in qualche altro giorno della settimana, ma nelle mie intenzioni il martedì sarà quasi sempre un appuntamento fisso, facendo eccezione solo nei mesi di agosto (periodo per me pienissimo per quanto riguarda il lavoro) e dicembre (per le vacanze di natale). Che dire: spero veramente di riuscirci!