giovedì 31 dicembre 2015

2015

Come da tradizione, eccomi in questo trentun dicembre con il mio personale bilancio dei dodici mesi che ci lasceremo alle spalle tra qualche ora. Il mio è stato un 2015 un po' cupo, ma non troppo: diciamo anzi che mi sono tolto qualche importante soddisfazione, e che per certi versi è stato un gran bell'anno. La cosa migliore è che sento di essere cresciuto e maturato molto, come mai prima d'ora: non parlo solo di scrittura o di competenze nel mio lavoro, sento davvero di essere una persona più consapevole e capace rispetto all'inizio dell'anno. Un altro lato estremamente positivo è stato il  rapporto con la mia ragazza Monica: non è un caso che l'ho citato in tre bilanci di fila, è una parte molto importante della mia vita, e due anni e mezzo dopo non è cambiato molto, stiamo sempre benissimo insieme. Dall'altro lato, però, ci sono state anche tantissimi problemi e frustrazioni. Una buona parte sono legati al lavoro in gelateria, che quest'anno è stato ancor più pesante che in precedenza; sempre per quanto riguarda la mia azienda, c'è stata un po' di fatica per pagare il mutuo con cui l'abbiamo aperto, anche se alla fine sembra che ce la faremo senza troppo penare. Altri guai sono venuti dai miei problemi di rapporti con gli altri e più in generale dal mio carattere: non nego che penso di aver bisogno di un buon specialista, visto che vivo con la depressione perennemente addosso. Non parliamo poi delle varie sfortune che hanno costellato l'anno, non ultimo la perdita del mio computer, di cui ho parlato circa un mese fa; tutto questo messo insieme ha reso il mio anno, se non nero, comunque abbastanza grigio.

martedì 22 dicembre 2015

Buone feste (in anticipo)

Ufficialmente, le vacanze di natale cominciano il ventiquattro dicembre, o al massimo il giorno precedente: per me, però, sono già iniziate ieri, quando io e Monica abbiamo raggiunto i suoi parenti, per passare le feste insieme. E' per questo che ho deciso di anticipare un pochino i tempi (non solo l'orario): invece che il ventiquattro, come da tradizione, ho deciso di farlo oggi. Seppur in anticipo, quindi, auguro a tutti voi, cari lettori, che possiate passare in maniera felice le festività natalizie!

Ho inoltre deciso di cominciare da oggi il solito periodo di relativa pausa di questo blog. Per questo, nelle prossime settimane ci saranno solo il classico bilancio-fiume del mio 2015, come sempre l'ultimo giorno dell'anno, e poi il solito breve post per commemorare il compleanno di Hand of Doom, esattamente una settimana dopo. Il solito accoppiamento martedì-venerdì tornerà invece dal dodici gennaio. Vi do appuntamento, perciò, al 2016!

venerdì 18 dicembre 2015

La frustrazione dello scrittore

Dopo diverse settimane molto travagliate, finalmente in questa sono riuscito a ritrovare un po' di calma. Non è successo niente di storto ne ho avuto grossi impegni: ho potuto così lavorare di nuovo su testi esterni ai miei blog, con mio grande piacere. Non che scrivere solo per Hand of Doom e per le webzine musicali sia stato un male: anche se un po' faticoso lo faccio comunque con passione. Cerco di essere sempre serio e di portare avanti tutto con costanza, ma non mi capita quasi mai di scrivere qualcosa per dovere: sono contento di ogni cosa che faccio (o quasi), devo dire.

Tuttavia, sento il forte bisogno di differenziare un pochino ciò che scrivo. Non mi bastano i post che scrivo online: spesso sento la necessità di realizzare anche altro, anche se magari non sarà pubblicato subito, o addirittura non lo sarà mai. E' come un forte stimolo alla creazione: sento quasi che ci siano migliaia di articoli e delle storie che potrei ideare. Riesco quasi a sentirle come fluttuassero in aria, aspettando solo di esistere, grazie alla mia stesura (preciso: non credo nei fantasmi, è solo un discorso metaforico!).

martedì 15 dicembre 2015

La cultura e l'entusiasmo

Tutto è cominciato nello scorso mese di luglio. Per Heavy Metal Heaven, mi è capitato di recensire un gruppo che metteva in musica alcune tra le poesie del Canzoniere di Francesco Petrarca (alla faccia di chi dice che il metal è un genere povero culturalmente!). Il mio approccio con le recensioni è sempre quello di scendere più in profondità possibile: in questo caso, perciò, per svolgere al meglio il mio lavoro mi sono andato a rileggere i componimenti in questione, oltre a documentarmi sul poeta aretino. Questa ricerca, oltre a migliorare la qualità della recensione, ha avuto anche un altro effetto: mi ha consentito infatti di riscoprire la vita e le opere di un personaggio che in passato avevo drammaticamente sottovalutato.

venerdì 11 dicembre 2015

R.I.P. computer

Ieri, dieci dicembre, il mio vecchio computer è ufficialmente morto. O meglio, in realtà poteva resuscitare nuovamente, andando per la terza volta in due mesi in assistenza: tuttavia, visto che dall'ultimo "ricovero" era passata poco più di una settimana, ormai non credo valga più la pena di ripararlo, se non altro per non continuare a spendere soldi che non ho, che devo farmi prestare. Così, proprio ieri l'ho fatto smembrare, riciclando la memoria e buttando via il resto. Morale della favola: io, che baso così tanto della mia vita sulle mie attività online, passerò i prossimi mesi/anni senza più avere un computer che sia di mia proprietà.

martedì 8 dicembre 2015

Quando staccare dal blog fa bene al blog

Quello appena passato, per me, è stato un weekend abbastanza pieno. Lo scorso sabato sono stato, insieme a Monica, a una piccola fiera del fumetto e del gioco, che in realtà è stata una delusione: nonostante si pagasse il biglietto, l'area del festival era molto ristretta, e non c'era neanche uno stand con il tipo di fumetti che piacciono a me. Poco male, comunque: è stata una passeggiata piacevole, anche vista l'ottima compagnia. Il giorno dopo, invece, sempre con la mia ragazza, sono stato fuori tutto il giorno per visitare Perugia e dintorni. Abbiamo approfittato dell'iniziativa per cui molti musei sono aperti a ingresso gratuito la prima domenica di ogni mese: una gran bella cosa, per appassionati di storia e di arte squattrinati come noi! E' stata anche una bella giornata di sole: anche per questo l'uscita, durata quasi tutto il giorno, è stata veramente un toccasana per l'umore.

venerdì 4 dicembre 2015

Per chi sono le recensioni?

Come sapete, oltre a Hand of Doom io gestisco due webzine musicali, i cui contenuti sono principalmente recensioni di album, recenti o vecchi che siano. Nella maggior parte dei casi, all'uscita di una nuova recensione non succede nulla di male, il recensito ringrazia e morta lì; accade però ogni tanto che qualcuno si lamenti di un voto o di una critica, scadendo a volte in flame pubblici. L'ultima volta invece la reazione arrabbiata è giunta in privato; è stato però il contenuto di questa risposta ad avermi dato da pensare. La persona che l'ha scritta, infatti, lamentava che la collaboratrice che aveva realizzato la recensione avesse dato semplicemente un giudizio e non avesse invece fatto un lavoro di critica costruttiva, di cui il gruppo avrebbe potuto beneficiare. A mio avviso, non è vero, l'autrice della recensione secondo me ha spiegato benissimo i difetti dell'album, non li ha semplicemente stroncati con poche parole; ammettendo però che lo sia, io lo stesso non ci troverei nulla di male.

martedì 1 dicembre 2015

La suscettibilità di internet

Politica, attualità, religione: sono tutti argomenti che ho trattato in passato su queste pagine, ma che da qualche anno ho preferito accantonare. Da un lato è stata una scelta abbastanza naturale: col tempo ho infatti spostato le mie preferenze su tematiche diverse, che mi interessassero maggiormente o semplicemente che rientrassero di più nella forma di ciò che Hand of Doom dovesse essere nelle mie idee. Non è stato però un processo inconsapevole: man mano che ho preso coscienza di me stesso come blogger, lasciare da parte questi argomenti è stato anzi una scelta voluta.

Uno dei motivi di questa evoluzione è stato un problema di competenza. Parlando per esempio di politica, in materia ho le mie idee, e potrei usarle per commentare i fatti che accadono in Italia e nel mondo. Tuttavia, di sicuro non sono un esperto analista, come può essere chi frequenta l'ambiente con più dedizione. Perciò, una volta diventato consapevole di questo fatto, ho deciso lasciar perdere: ci sono sicuramente tante persone più capaci di me, e che sanno fornire analisi molto più approfondite e veritiere. Lo stesso però non si può dire della religione: avendo studiato l'argomento, mi vanto di avere una discreta conoscenza a proposito, quindi potrei in teoria scrivere articoli approfonditi sull'argomento, e sui suoi risvolti d'attualità (come del resto ho fatto in passato). Eppure, anche in questo caso ho deciso di abbandonare completamente il tema.

venerdì 27 novembre 2015

Quando il mondo rema contro

Mercoledì è successo un incidente abbastanza grave. Il mio computer, un vecchissimo e scassato modello, si è rotto per la seconda volta in due mesi. E' un problema pessimo per una persona come me, che ogni giorno passa lunghe ore davanti allo schermo e lavora molto ai suoi blog. Negli ultimi giorni ho dovuto ripiegare così su soluzioni di ripiego. Con poco tempo a disposizione e senza la giusta serenità, non ho fatto in tempo a completare nemmeno uno straccio di post per oggi, oltre a questo trafiletto striminzito. Un po' mi dispiace per la continuità del blog (anche se credo che voi che mi seguite continuerete a farlo anche dopo questo post), ma soprattutto sono arrabbiato: è un periodo in cui tutto quello che può andare storto lo sta facendo. Insomma, non è per niente piacevole avere un computer che si rompe ogni mese, non avere i soldi per comprarne uno nuovo e sentirsi male se non si riesce a lavorare ai propri blog come si vorrebbe. Eh si, mi sento decisamente sfortunato, in questo periodo, come se il mondo ce l'avesse con te; e, come ho detto, la cosa mi rende nervoso. Scusate lo sfogo, comunque, da martedì torniamo a qualcosa di più allegro, promesso.

martedì 24 novembre 2015

La vera essenza di Hand of Doom

Venerdì scorso, l'ho messo bene in chiaro: Hand of Doom non è un blog letterario classico, benché io parli abbastanza spesso di scrittura e di libri. Punto e fine? Nemmeno per sogno! Come spesso mi capita, infatti, una riflessione tira l'altra. Così, partendo appunto dal post di venerdì (e ispirato in parte anche da "Distinguersi nel blogging", articolo del blog Il Taccuino dello Scrittore di Marina Guarneri), mi sono interrogato su che tipo di blog voglio che sia il mio, e sul motivo per cui qualcuno dovrebbe leggerlo.

La mente a volte segue strani sentieri. Per questo, le prime conclusioni che ho raggiunto sono state su cosa Hand of Doom non è. In particolare:

venerdì 20 novembre 2015

I miei (non) consigli di scrittura

Da qualche tempo, qui su Hand of Doom ho cominciato a parlare di scrittura, il che probabilmente è ovvio: il blog in fondo è stato aperto per ospitare i miei racconti, quindi l'argomento è quanto di più naturale possa esserci. Tuttavia, non ho mai voluto che questo divenisse un blog totalmente incentrato sulla scrittura: se è vero che mi presento principalmente come aspirante autore, Hand of Doom è lo scrigno in cui parlare di tanto altro. Al contrario di tanti blogger amici, infatti, non ho mai voluto parlare della tecnica di scrittura e dintorni: ho sempre preferito trattare l'argomento con un piglio esclusivamente personale, relativo semplicemente a come io vivo questa mia passione.

martedì 17 novembre 2015

Cervelli liquidi

In realtà, quest'oggi avevo in mente ben altro post. Poi però tra venerdì e sabato a Parigi è successo quello che sapete. Non fraintendetemi, non voglio parlare degli attentati: per quanto riguarda il lato geopolitico, storico o semplicemente di cosa è accaduto quella sera nella capitale francese, ci sono persone che lo hanno già fatto con più competenza e approfondimento di quanto sia nelle mie capacità. Potrei comunque darvi la mia opinione personale, ma nemmeno questo è nelle mie intenzioni: anche se una volta lo facevo, da tempo su Hand of Doom ho deciso di non affrontare più argomenti che possono essere sensibili, come religione, politica, scontri scienza/anti-scienza e così via. Ciò che voglio fare è raccontarvi semplicemente come ho passato quella serata, e le mie riflessioni successive.

venerdì 13 novembre 2015

Verso il record!

Non sono ancora passati due mesi dall'inizio dell'autunno: mancano infatti ancora otto giorni perché cada ufficialmente il secondo. Eppure, in questi due mesi sono riuscito già ad avere due belle malattie serie, di quelle per cui l'unica cosa è stare a letto e al caldo per qualche giorno. Il mese scorso è stata una bella tracheite, mentre questa settimana ho avuto un probabile attacco influenzale, con quasi trentanove di febbre. Un po' assurdo, visto che comunque per ora l'autunno è abbastanza mite rispetto al solito: temo infatti ciò che mi potrebbe succedere quest'inverno. In ogni caso, basta un semplice calcolo a mente per capire che col ritmo attuale nel corso di questa stagione e della prossima potrei avere altri cinque-sei episodi di questo tipo, per un totale di ben sette-otto malattie in un'unica stagione fredda dell'anno. Se non è il record del mondo, probabilmente ci manca poco!

Cosa voglio dire con questo? E' giusto un modo buffo per dire che il solito post stasera si limita a queste poche righe. Purtroppo negli scorsi giorni sono stato costretto a letto, ieri ho ricominciato a vivere un po' normalmente ma ancora devo rimettermi del tutto. E' per questo, tra l'altro, che nell'ultima settimana sono un po' sparito anche dai blog degli altri, come qualcuno forse si sarà accorto. Credo proprio che tornerò a regime nei prossimi giorni; per oggi tuttavia, con un po' di dispiacere, mi devo accontentare di postare questo trafiletto,

martedì 10 novembre 2015

La rimpatriata e l'autostima

Lo scorso venerdì ho partecipato a una rimpatriata con i miei ex-compagni di liceo. Erano cinque anni che non succedeva: purtroppo tra i vari lavori e impegni di tutti è stato difficile trovare una data. A me personalmente è dispiaciuto molto che ci sia voluto così tanto tempo: alle superiori il nostro gruppo infatti era molto legato. Nonostante questo, nei giorni precedenti alla riunione, da buon ansioso quale sono non ho potuto far a meno di avere qualche timore, su cosa sarebbe potuto succedere. La mia preoccupazione principale era relativa al divario che col tempo si è creato tra noi: molti di loro sono infatti laureati oppure hanno un lavoro stimolante e redditizio. Io invece non sono riuscito a terminare l'università per colpa delle mie debolezze caratteriali, ho un lavoro che non mi piace  e per cui attualmente devo anche stringere la cinghia, visto che devo ancora farmi conoscere e ho un mutuo da pagare. Non lo nego, mi capita molto spesso di sentirmi un fallito: così, per venerdì sera avevo paura di essere giudicato tale anche dai miei vecchi compagni, cosa che di sicuro ai miei problemi di depressione non avrebbe fatto bene.

venerdì 6 novembre 2015

"L'uomo di Marte" di Andy Weir

A tutti è capitato, di tanto in tanto, di trovare un libro così catturante che si fa quasi fatica a mettere in pausa la lettura. A volte questa magia si instaura senza preavviso,quasi per caso: è stato proprio così per me, quando qualche settimana fa ho letto L'uomo di Marte dello scrittore statunitense Andy Weir. Uscito prima su un blog a puntate e poi autoprodotto, ma diventato in breve un caso letterario e un best-seller (tanto che nientemeno che Ridley Scott ne ha diretto l'adattamento Sopravvissuto - The Martian, uscito poche settimane fa), l'ho trovato in un supermercato per la miseria di cinque euro: la curiosità mi ha spinto così a comprarlo. Non avevo nessuna aspettativa in particolare (né in positivo né in negativo), ma sin dalle prime pagine il romanzo mi ha preso e non sono più riuscito a staccarmene. Ho divorato le sue quasi quattrocento pagine in appena cinque giorni, e la sensazione che mi è rimasta addosso alla fine è stata quasi dolorosa, tanto è stata bella la stata la lettura.

martedì 3 novembre 2015

Le mie 5 regole dei commenti

Come ho già sottolineato in passato, secondo me essere un blogger non si limita semplicemente alla scrittura dei post: è molto importante anche socializzare e stabilire rapporti, specie con i "colleghi" della blogosfera. Lo strumento principale di questo scambio di opinioni sono senza dubbio i commenti pubblici sotto ai post: è per questo che, per dialogare e mantenere i rapporti di stima che ho creato nel tempo, cerco di scrivere commenti ogni giorno, e dovunque mi sia possibile. Detta così, sembra quasi che io intervenga nei blog "a caso", tanto per farlo, ma in realtà non è proprio così: ogni mio commento ha cognizione di causa, e segue degli schemi ben precisi. Se una volta commentavo quando e come capitava, col tempo l'esperienza mi ha portato a comprendere che ci sono modi migliori per farlo. E' per questo che ora ogni volta che scrivo un commento mi attengo a determinate regole di comportamento, molto semplici ma che una volta, senza l'esperienza odierna, mi sfuggivano. Negli scorsi giorni, riflettendo sull'argomento, ne ho individuate cinque principali, che inconsciamente rispetto quasi sempre. Eccole:

venerdì 30 ottobre 2015

SDL: 10 Waves of You - Fields of Venus

E' qualche tempo che sto pensando a dei modi per come rinnovare Hand of Doom, per renderlo più vario. Ne ho trovati diversi, che presenterò pian piano nei prossimi mesi, senza fretta: ora invece ho deciso di cominciare da questo nuovo tipo di post, intitolato "sfondi da lettura" (abbreviato in "SDL"). La decisione è venuta dal fatto che questo è, tra le varie cose, un blog in cui si parla di scrittura; uno scrittore vero deve essere anche un lettore, e magari mentre legge può ascoltare musica. Ho deciso così di selezionare, tra i miei ascolti abituali, quelli le caratteristiche giuste per non dare fastidio mentre si legge: vale a dire, musica tranquilla, d'atmosfera, non troppo agitata, preferibilmente strumentale (è provato che il cantato può distrarre, anche se in un altra lingua). Niente rock e metal, quindi (di loro parlo abbastanza nei miei altri siti, del resto), solo musica elettronica minimale, classica e simili, e solo una volta ogni tanto. Questi articoli non saranno, inoltre, recensioni: come negli articoli su libri e dei film, non ci sarà alcun voto, mi limiterò solo a riportare le mie impressioni di non addetto ai lavori.

martedì 27 ottobre 2015

Quando gli amici sono nemici

Nonostante io non sia stato mai una persona molto socievole, specie in passato (vi ricordo che questo una volta si chiamava "Blog di un solitario"), non sono comunque mai stato del tutto solo. Ho sempre avuto qualche persona che potessi considerare almeno un buon conoscente, quando non un vero amico. Spesso ho preso delle cantonate cocenti, elevando allo status di amici persone che in realtà non lo erano: nonostante i colpi però non ho mai smesso di cercare il contatto altrui. E' del tutto normale: io penso che nessuno, per quanto misantropo si possa dichiarare, desideri davvero la solitudine. L'uomo è un animale sociale, e l'isolamento semplicemente non è nella sua natura.

venerdì 23 ottobre 2015

"I Guardiani della Notte" di Sergej Luk'janenko

Se si parla del rapporto tra lettura e scrittura, tutti sono più o meno d'accordo che, per un aspirante autore, leggere un bel libro sia molto utile: da grandi autori si possono imparare molte cose, si dice più che giustamente. Un po' meno sottolineato è il fatto che anche i libri brutti possono essere altrettanto validi, se l'intento è quello di migliorarsi. Per esempio, nonostante il fastidio che ho provato più volte nel corso della sua lettura, ho trovato I guardiani della notte di Sergej Luk'janenko un libro illuminante: tra le varie cose ho capito infatti, ancor più profondamente,che non basta una bella ambientazione per scrivere una bella storia. Ma andiamo per gradi.

martedì 20 ottobre 2015

Questo post non s'ha da fare

Nel mio piano editoriale di Hand of Doom, per questa sera avevo in mente tutt'altro, rispetto a questo striminzito trafiletto. Purtroppo però negli ultimi giorni della settimana si sono susseguiti alcuni fatti che mi hanno impedito di scrivere il post programmato (che perciò arriverà solo nelle prossime settimane). Primo e più importante di tutti: il mio vecchio e malconcio computer ha tirato le cuoia lo scorso sabato: i tecnici da cui l'ho portato l'hanno rimesso in sesto a tempo di record, ma io fino a domani non ce l'avrò. In fondo non è stato un grosso disagio; tuttavia, con la morte del mio vecchio PC, ho perso un'intera giornata, il che ha ristretto molto i tempi a mia disposizione.

venerdì 16 ottobre 2015

Scrittura e stress

Quello che sto vivendo è un periodo strano. La stagione turistica è finita, la mia gelateria sta per chiudere e presto comincerò un periodo di ferie che durerà fino a marzo 2016; forse però sono già in vacanza, visto che questo mese il negozio sarà aperto solo nei weekend. Con il lavoro ridotto al minimo, ho molto più tempo da dedicare a me stesso e alla mia scrittura: in parte lo sto già facendo, anche se non quanto potrei.

Quest'anno purtroppo il lavoro è stata molto pesante, in quanto a carichi. Nonostante qualche importante soddisfazione, quest'estate ho accumulato stress in quantità industriale, che si è sommato a quello - che non era poco - che non ero riuscito a scaricare l'anno scorso. Vivo inoltre anche una situazione familiare che definire non proprio positiva è un eufemismo, il che di certo non mi aiuta a stare sereno. Il risultato è che ora mi sento spompato, distrutto, quasi senza forze. Non che io non riesca più a portare avanti le mie passioni, anzi ci riesco ancora bene: solo, mi sembra di andare avanti più per inerzia che per altro, e l'unica cosa che sento forte è una gran stanchezza. 

martedì 13 ottobre 2015

Gli editori e le scelte suicide

Lo scorso venerdì, il blog amico di Michele Scarparo ha ospitato, nell'ambito della sua iniziativa Acchiappami (se ci riesci), un interessante guest post di Marco Amato intitolato Consigli sulla lettera di presentazione. Come dice il nome, l'articolo elencava una serie di indicazioni per impostare al meglio una lettera di presentazione da spedire a un editore, allo scopo di farsi pubblicare. Tra le varie cose, si faceva cenno al fatto che le case editrici ultimamente scelgono i propri autori per il numero di fan sui social network; da questo punto, nei commenti è partita una discussione tra me e Amato, a cui ho contestato (senza toni forti e con rispetto, nella speranza che la mia assenza di qualsiasi ostilità abbia raggiunto anche il mio interlocutore) la tesi secondo cui questa sia una scelta motivata e giustificabile. Secondo me è proprio il contrario: mi pare ovvio, infatti, che scegliere un autore con tanti fan e snobbare chi non ne ha sia un'ingiustizia, si premia non il merito ma semplicemente la capacità di pubblicizzarsi, il che sicuramente non fa bene alla letteratura. In questo post vorrei però lasciar da parte il discorso "morale" per concentrarmi su qualcosa di più pragmatico: ossia, come questa scelta sia suicida dal punto di vista commerciale, dal mio punto di vista di piccolo imprenditore. 

venerdì 9 ottobre 2015

L'(in)utilità del "fai schifo"

Di recente, mi è capitata una cosa curiosa: sul profilo Facebook di una delle mie webzine musicali è stato postato un messaggio pubblico, sulla timeline. Con il suo post, l'autore intendeva rompere le palle far sapere, a me e alle mie collaboratrici, che insomma, non abbiamo le conoscenze musicali per portare avanti il sito e non possediamo nemmeno la giusta padronanza grammaticale, in buona sostanza voleva portare all'attenzione quanto noi facciamo schifo. Come ho già ripetuto più volte, la mia reazione ai troll non è mai di scatenare un flame, cosa che del resto darebbe loro ciò che vogliono; il mio atteggiamento è invece sarcasticamente gentile, volto a prenderli in giro senza però scadere, cosa che farebbe solo il loro gioco. Così ho agito anche in questa occasione, scusandomi con lui se la webzine gli dava fastidio, e arrivando a promettere scherzosamente di chiudere il sito dopo il suo "prezioso" suggerimento.

martedì 6 ottobre 2015

La paura di essere anticipato

Ho appreso di recente che il prossimo 22 ottobre uscirà nelle sale italiane Game Therapy, film del regista Ryan Travis che ha tra i suoi motivi di interesse la presenza come protagonisti di alcuni famosi Youtuber italiani. Sarà bello, sarà brutto? Non è di questo che voglio parlare oggi (visto peraltro che deve ancora uscire), quanto del fatto che è bastato vedere il trailer una sola volta per demoralizzarmi, e leggere la trama del film ha avuto un effetto anche peggiore. Non certo perché la storia sia così atroce, né per la scelta degli attori (ho visto che sono attaccati da molti critici, ma io non sono tra loro, so a malapena chi siano) o del regista (idem con patate), la causa del mio malessere è molto più personale.

venerdì 2 ottobre 2015

Un vero ringraziamento

Come già sottolineato martedì scorso in "Il blogging è dialogo", nell'ultimo anno Hand of Doom è cresciuto tantissimo, per quanto riguarda le visualizzazioni, i commenti, le condivisioni e le interazioni in generale. E' una vera gioia per me che tanto impegno sia stato ripagato: il merito però non è solo mio, ma anche vostro, che leggete. Per questo, volevo dedicare questo breve post che riempie un buco della programmazione (leggi: non avevo voglia di scriverne uno più lungo!) semplicemente per ringraziare tutti voi che mi seguite, con tutto il cuore.

martedì 29 settembre 2015

Il blogging è dialogo

Nell'ultimo anno, Hand of Doom si è arricchito non solo di contenuti più maturi e interessanti, ma anche di lettori e di commentatori. E per me un vero piacere che questo blog, per quasi sei anni una landa desolata in cui la mia unica voce si perdeva nel nulla, riceva pochi ma preziosissimi commenti praticamente a ogni suo post (by the way, grazie mille a tutti voi, che avete cominciato a seguirmi!). Ciò è stato possibile grazie a una serie di motivi: uno sicuramente è che, come ho appena detto, ho lavorato molto sui contenuti e li ho resi migliori. Non penso però sia questo il motivo principale del piccolo successo degli ultimi mesi: seppur non ne abbia la certezza, credo  che la spinta decisiva per rendere Hand of Doom appetibile mi sia venuta dalla mia rinnovata voglia di socializzare, specie con blogger a me in qualche modo "affini", per visione del mondo, passioni o sensibilità. All'inizio non è stato molto facile, il mio carattere un po' chiuso e molto timido mi ha costretto a sforzarmi parecchio per riuscire a lasciarmi andare e a vincere la ritrosia, ma alla fine sono riuscito a stabilire un rapporto di stima con alcune altre persone, che in certi casi sono diventate poi miei lettori.

venerdì 25 settembre 2015

Sul passato, ancora

Se qualche volta ho letto, in altri blog, che il gestore impiega diverse ore a scrivere i propri testi, io non sono così: a parte qualche contenuto particolarmente complicato, di solito realizzo i post di Hand of Doom in poche decine di minuti, scrivendo di getto. Questo non vuol dire però che sia facile o che il lavoro sia poco: la stesura è infatti solo l'ultimo step di un processo creativo che alla base ha una riflessione, spesso di diverse ore (un argomento interessante, e che forse approfondirò in un post successivo, ma non qui). Questo è stato il procedimento con cui ho scritto anche "il fantasma del blog passato" di martedì scorso. Seppur mi ci siano voluta meno di mezz'ora, la scrittura è stato l'apice di una serie di pensieri su cui giravo già forse addirittura da qualche settimana. Quelle riflessioni erano però più complesse rispetto alla "storia" finita poi nel post: ripensando al passato, mi era evidente che non solo scrivevo post e racconti acerbi, ma anche io ero una persona completamente diversa.

martedì 22 settembre 2015

Il fantasma del blog passato

Tra qualche mese, a inizio 2016, Hand of Doom compirà sette anni. Quando l'ho aperto, nel 2009, si chiamava Blog di un Solitario (cosa che rimane ancora nella url, che non è mai cambiata nel corso del tempo) e ci postavo principalmente riflessioni ingenue e tristi (oltre che scritte male) e racconti molto acerbi. La cosa di per sé non mi causa vergogna: ho aperto questo blog senza sapere assolutamente nulla di come far avere un minimo di appetibilità a un blog, e ho cominciato a scrivere racconti senza conoscere la tecnica giusta. Credo sia una cosa normale per chiunque si approcci a un qualsiasi campo: solo con l'esperienza e tanti errori si riesce a maturare, e nessuno può essere mai perfetto quando inizia.

venerdì 18 settembre 2015

"E così vuoi lavorare nell'editoria" di Alessandra Selmi

Se dico che quest'estate ho letto solo bei libri, non sono molto lontano della realtà: per mia fortuna, a parte un libro auto-prodotto davvero orrendo che ho abbandonato subito, è stato un periodo molto piacevole dal punto di vista letterario. Se però devo indicare, tra tutti questi libri, quale mi è piaciuto di più, anche se con qualche dubbio la risposta è: "E così vuoi lavorare nell'editoria", di Alessandra Selmi. Uscito lo scorso anno, l'ho comprato poco dopo la pubblicazione, per poi metterlo però da parte, viste le varie distrazioni che ho avuto in quel periodo convulso. Non l'avessi mai fatto! Quando l'ho ripreso, circa un anno dopo, mi sono ritrovato tra le mani non solo un libro ben scritto e molto scorrevole (il che è ovvio per la sua stessa natura), ma anche divertentissimo.

martedì 15 settembre 2015

Cuore di spazzatura

Nella scrittura, ci sono due scuole di pensiero: c'è chi dice che bisognerebbe sempre mettere nelle proprie storie un po' della propria vita, e chi sostiene invece che le storie che partono dalla realtà siano noiose. Appartenendo decisamente alla prima, ho scritto spesso racconti ispirati a storie che mi sono realmente accadute o a fatti che mi hanno colpito: quello di oggi, il primo dalla pausa estiva, non fa certo eccezione. In buona parte, quelle che potrete leggere qui sotto sono fatti reali, esagerati quel tanto che basta per dare più pathos ma non abbastanza da diventare irrealistico (almeno spero); senza spoiler, sappiate che la "storia del pasticcere" mi è successa davvero, per quanto assurda. Ci ho messo anche alcune idee personali nel mezzo, anche se in maniera molto vaga: come in altri casi, voglio che ognuno si faccia la sua idea leggendo il racconto. Detto questo, non mi resta altro che da augurarvi buona lettura e di invitarvi, se vi va, a lasciare un commentino qui sotto con le vostre opinioni!

venerdì 11 settembre 2015

L'aura del fallimento

A casa mia, ogni mattina, io mi sveglio e comincio (mentalmente) a correre. So che dovrò correre più veloce dell'aura del fallimento per riuscire a passare un giorno sereno e produttivo.
A casa mia, ogni mattina, l'aura del fallimento si sveglia e si stiracchia, se la prende con calma. Sa che se lo può permettere, riuscirà a raggiungermi in ogni caso.
Perché a casa mia, ogni giorno, non importa cosa faccio: l'aura del fallimento mi becca sempre e comunque.

Non amo molto fare post tristi, anche perché so che ai lettori di norma non piacciono, il che in fondo è anche comprensibile. Tuttavia, Hand of Doom per me è anche una valvola di sfogo da frustrazione e ansie, cosa utile specie in un periodo come quello che sto vivendo. Tra le tante angosce, quella più grande negli ultimi mesi è quella legata ai miei sogni e al futuro.

martedì 8 settembre 2015

Come non fare marketing: un esempio

La mia esperienza con Heavy Metal Heaven è ormai abbastanza lunga: l'ho aperto nell'aprile del 2011, sono quindi ormai quattro anni e mezzo che ci lavoro, senza quasi pause. In tutto questo tempo ho conosciuto situazioni di ogni genere, che mi hanno portato a comprendere molte cose. Tra le tante, ho capito che nel mondo della musica, come del resto in tutti gli altri ambiti, ci sono moltissime persone maleducate e inette nel proprio lavoro, in un numero forse persino superiore a quelle generose e intelligenti (che pure non mancano, per fortuna).

Tra le tante cose che mi chiedo sul conto di questo tipo di persone, quella che torna più spesso (senza trovar risposta) è: come si fa a fare il musicista/agente/PR di casa discografica se di marketing non si capisce niente? Per inciso, io non sono certo un massimo esperto di marketing, specialmente online: tuttavia, una certa infarinatura i corsi che ho dovuto seguire prima di aprire la gelateria me l'hanno data. Posso quindi non sapere come si imposta una complessa strategia di mercato: gli errori più basilari e grossolani perciò riesco a riconoscerli abbastanza bene. Per esperienza, posso quindi dire che moltissimi di quelli che mi contattano fanno degli sbagli macroscopici e da principianti, e proprio non capisco come possano fare quel genere di lavoro.

venerdì 4 settembre 2015

"Angelize" di Aislinn

L'ho già accennato in alcuni post precedenti: la mia estate è stata all'insegna della scrittura. Per scrivere bene però non basta soltanto mettere una parola dietro l'altra: bisogna anche anche conoscere come si fa, il che proviene ovviamente dalla lettura. E' probabilmente proprio per questo che a tanta scrittura quest'estate sono corrisposti tantissimi libri letti: nelle prossime settimane perciò recupererò tutte le mini-recensioni non professionali che non ho scritto negli scorsi mesi, causa pausa estiva.

La mia prima scelta per questo ritorno è stata Angelize, dell'autrice e blogger che si cela sotto lo pseudonimo di Aislinn. Sono diversi mesi che seguo il suo blog  (ma anche lei mi fa l'onore di seguire Hand of Doom, c'è da dire), di cui apprezzo sia i post sul metal che quelli sulla scrittura, ed è stato un passo naturale perciò cedere alla curiosità e leggermi il suo primo romanzo, uscito nel 2013 sotto la famosa Fabbri Editori. Mi sono così ritrovato tra le mani un libro con alcune sorprese rispetto alle mie aspettative iniziali, ma che non mi ha deluso; andiamo però per gradi.

martedì 1 settembre 2015

Ritorno alla normalità

E così, è cominciato settembre. Per me questo significa da un lato un forte alleggerimento del mio lavoro in gelateria, il che è un assoluto sollievo: ancora un altro mese come agosto e sarei esploso, l'intensità lavorativa e lo stress conseguente sono stati veramente ma veramente pesanti. Di fatto, sono davvero a pezzi in questi giorni: un periodo di alleggerimento, che precede inoltre le ferie invernali (non vedo l'ora!) non può farmi che bene.

Dall'altra parte però, questo significa anche che i miei blog, tornati dalla pausa estiva, dovranno ricominciare a galoppare, e avrò perciò da realizzare molti più contenuti per riempirli. Questo si traduce, di fatto, in una diminuzione del tempo in cui potrò scrivere "in libertà", per il piacere di farlo invece che per rispettare una scadenza (anche i testi di questi tipo non li scrivo controvoglia ma perché voglio farlo - solo che a volte la cosa si fa faticosa). Ho deciso però di cominciare a investire meno tempo su articoli e recensioni per i miei blog: già da qualche settimana, infatti, ho tagliato il numero di revisioni per ogni contenuto. In fondo se c'è qualche refuso in più non è un problema così grave, mentre il tempo che uso per tutte queste correzioni non torna indietro!

Insomma, da oggi tutto torna alla routine che mi ero lasciato alle spalle quest'estate, con i suoi lati positivi e quelli negativi. E per voi, com'è stato il ritorno alla normalità (se ci siete già tornati)?

martedì 25 agosto 2015

10 persone che vorresti nel tuo locale

Chi mi legge da più tempo forse se lo ricorderà: più o meno in questo periodo lo scorso anno ho postato "10 persone che non vorresti nel tuo locale", un articolo molto ironico in cui volevo sfogare un po' lo stress che la clientela ingestibile della mia gelateria mi causava. Dodici mesi dopo, la situazione si è un po' stabilizzata, vuoi per l'esperienza, vuoi perché ultimamente sto cercando di vivere con un po' più di positività. Perciò, ho deciso quest'anno di metter giù un'altra classifica, stavolta con dieci tipi di persone che, seppur si notino meno di quelle maleducate (se non altro perché sono in minoranza), fa molto piacere ospitare nel proprio locale. Prima di continuare con l'articolo, in ogni caso, un consiglio: se non l'avete fatto, leggete l'articolo dell'anno scorso, visto che questo gli fa spesso riferimento; se invece l'avete già fatto, procedete pure nello scoprire questi dieci personaggi, come sempre in ordine sparso

mercoledì 19 agosto 2015

Impedimenti

L'ho già scritto nell'ultimo post: passerò (e per metà lo ho già fatto) quasi tutto agosto a scrivere e a portare avanti i progetti che di solito, con gli impegni "blogghistici" degli altri periodi dell'anno, mi tocca accantonare. O almeno, questo è ciò che farei nelle mie intenzioni: se ci sono giorni buoni, in cui riesco a fare tutto quello che vorrei, in altri momenti ci sono ostacoli che mi impediscono di scrivere il giusto.

Il caldo e l'insonnia che ne consegue, ma anche lo stress lavorativo e l'ansia dovuta a situazioni poco felici che si creano (a me succede abbastanza spesso, per la cronaca): sono tutti fattori che non mi permettono di avere la tranquillità e l'agilità mentale che mi servirebbero per scrivere. Ecco così che certe giornate passano tutte senza che io riesca a combinare assolutamente nulla, o addirittura mi dimentichi di scrivere. Buon esempio è quello di martedì scorso: è stata una giornata così difficile che mi sono persino scordato di aggiornare Hand of Doom (questo post infatti era destinato alla settimana passata, originariamente - e poi è stato ulteriormente rinviato di un giorno).

Voglio però essere positivo (per una volta!): nonostante questi impedimenti, fin'ora sono riuscito a lavorare abbastanza bene. Anche se il lavoro, specie negli intensissimi giorni intorno a Ferragosto, è stato davvero duro, fin'ora agosto si è rivelato un bel mese, dal punto di vista del mio hobby principale. Posso solo sperare che continui così!

martedì 4 agosto 2015

La gioia di scrivere ad agosto

Hand of Doom è già andato in modalità estiva, e dopo questa settimana anche Heavy Metal Heaven lo farà, riducendo cospicuamente le sue attività fino quasi a settembre. Ho preso questa decisione in parte perché in vacanza nessuno (o quasi) legge più i blog, in parte perché, come già detto la scorsa settimana, in gelateria agosto starà il mese più pesante di tutti. Nonostante tutto, però, se i weekend faticherò anche a respirare, all'interno della settimana non avrò poi troppo da fare: ciò, unito a questa forte riduzione delle mie attività online, mi consentirà di avere parecchio più tempo libero.

Non ho però intenzione di riposarmi, in questo periodo, anzi: prevedo di scrivere moltissimo anche per questo agosto. L'assenza di troppi impegni mi consentirà infatti di portare avanti quei tanti progetti che spesso vengono sacrificati per realizzare testi a più breve scadenza (come le recensioni metal o anche i post di questo blog). Quando ciò succede, mi sento sempre un po' dispiaciuto: è per questo che, nonostante io sacrifichi un possibile riposo (ma il mio passatempo preferito è la scrittura, è perciò un impegno ma mai vissuto con fatica), sarò più che contento di continuare la mia attività di scrittura anche in questo mese di vacanza. Stacanovismo? Io direi più semplicemente passione!

E voi cosa farete questo agosto (a parte andare in vacanza, al contrario di me)?

martedì 28 luglio 2015

Un mese di frivolezze

Tra i miei colleghi blogger, c'è già chi da qualche tempo ha messo il suo blog in modalità estiva e non posterà più fino a settembre, e altri che si apprestano a farlo proprio in questi giorni. Per quanto riguarda me, per colpa della gelateria agosto non sarà certo un mese di vacanza, come per quasi tutti, ma anzi sarà quello più duro e pieno dal punto di vista dei carichi di lavoro: nonostante questo, non me la sento proprio di chiudere Hand of Doom. E' per questo che se il post su New Horizon era l'ultimo del venerdì fino a settembre, il martedì cercherò di scrivere ancora regolarmente, anche nelle settimane più intense a metà agosto. Saranno però post più frivoli e meno complessi di quelli a cui siete abituati (com'è quello che state leggendo, del resto): del resto non avrò molto tempo, tra il lavoro e tutto.

Non disperate, comunque: torneremo alla normalità all'inizio di settembre!

venerdì 24 luglio 2015

La magia di New Horizons

Visto che negli ultimi anni, il blog si è spostato su coordinate diverse da quelle dei primi anni, è parecchio tempo che non parlo di scienza su Hand of Doom. Questa passione tuttavia è sempre ben presente per me, e viene anche più fuori quando nel mondo scientifico accade qualcosa di rilevante. Per esempio è successo la scorsa settimana con la sonda New Horizons (ma anche con la conferma di Kepler 452-b, ieri), che il martedì della scorsa settimana ha sorvolato il pianeta nano Plutone, dopo un viaggio che durava da oltre nove anni.

Crediti: NASA
Il risultato sono le immagini come quella spettacolare che potete vedere qui di fianco (e che vi consiglio di guardare alla risoluzione maggiore, non in questa piccola anteprima). A mio avviso questa foto è qualcosa di sublime: non solo porta luce su un segreto che rimaneva tale fino a pochi giorni fa, ma è soprattutto la testimonianza di un'altra vittoria dell'ingegno umano, capace di raggiungere con assoluta precisione un puntino infinitesimo nell'infinità dello spazio a un altro puntino infinitesimo da lui costruito. E' proprio in questi momenti che non capisco quelli che stigmatizzano la scienza perché toglie tutta la magia: di fatto, la scienza al contrario sa essere magia pura, spesso e volentieri.

E, se pensate che in un sito che ora si è spostato su blogging e scrittura questo post sia fuori luogo, vi sbagliate: quello di cui parlo è lo stesso senso di meraviglia generato da questa foto che io cerco sempre di dare in ogni mio racconto (sperando anche di riuscirci). Anzi, mi allargherei a dire che chiunque, qualunque sia il genere che scrive, dovrebbe avere tra i suoi obiettivi primari quello di creare emozioni di questa intensità: se non altro il fatto che è uno dei pochi modi (l'unico?) di appassionare il lettore è un motivo molto pragmatico perché così sia. Certo, è anche possibile che uno scrittore o un blogger non si stupisca davanti agli spettacoli che la scienza, ma anche l'arte, la storia, la natura ci offrono: sarà molto difficile, però, riuscire a coinvolgere i lettori e i follower, se non riesce a tirare fuori quell'emozione che li tenga bloccati alla sua opera.

martedì 21 luglio 2015

La pacatezza che non paga

Personalmente, non mi ritengo una persona molto tranquilla: ho al contrario un carattere molto difficil e pieno di difetti. Eppure, per quanto mi sia possibile cerco sempre di moderare questa mia personalità particolare, e di rapportarmi con gli altri nella maniera più pacifica possibile, in gelateria come in situazioni più informali, e ovviamente anche online. In quest'ambito, il mio obiettivo primario è essere il più pacato possibile, specie nei miei profili pubblici, come i blog e le pagine Facebook: se ogni tanto mi capita di lasciarmi andare a qualche eccesso nei profili privati, in quelli più "esposti" cerco sempre di mantenere un certo aplomb, anche nelle situazioni più polemiche o difficili. Ecco così che qui su Hand of Doom anche i post più critici sono comunque contenuti, non scadono mai nella polemica gratuita o nella volgarità; stessa cosa su Heavy Metal Heaven, dove anche le recensioni più negative non contengono mai frecciate o sarcasmo pesante o avvilente, con rarissime eccezioni.

Perché lo faccio? Perché, a mio avviso, è il miglior modo per dimostrare al proprio interlocutore (nel caso di specie, i lettori) che la persona dall'altra parte dello schermo, è intelligente, gentile e simpatica. La reputazione infatti è fondamentale per qualsiasi attività, ed è importante lavorare per crearsela. Se non altro, è impossibile attirare commenti al proprio blog se ai pochi che arrivano si risponde in maniera maleducata o addirittura non lo si fa, o se di continuo si creano diatribe: più facile farlo dando di sé un immagine positiva e creare un ambiente amichevole, in cui il lettore possa trovarsi a suo agio e in cui sia sicuro di poter leggere, interagire e commentare in tutta tranquillità e senza rischiare il sangue cattivo.

Se in teoria è tutto giusto, la mia però non è una tattica che fin'ora ha pagato granché: seppur negli ultimi mesi stia crescendo grazie al gran lavoro che ci sto investendo, Hand of Doom è comunque un blog con pochissimo pubblico, se contiamo anche che è aperto dal 2009 (non parliamo poi di Heavy Metal Heaven, che sta addirittura perdendo follower, motivo tra i tanti per cui sto valutando seriamente di chiuderlo). Non che questo mi dispiaccia, mi può stare anche bene anche di avere pochi (ma buoni) lettori; tuttavia, mi abbatte abbastanza il confronto del mio sito con altri della blogosfera italiana. Ultimamente, sto infatti notando l'esistenza un mucchio di blog che, spuntati dal nulla, facilmente superano il mio bacino di pubblico in poco tempo, fondando questo successo sulla polemica gratuita, su volgarità, recensioni poco approfondite e tonnellate di luoghi comuni, con post brevi e senza il minimo approfondimento. Vi sono anche blog simili ma in cui l'ironia e il sarcasmo sono usati con intelligenza e senza la "furia" che si riscontra altrove: sono però una minoranza, peraltro la più snobbata di questa tendenza, se così vogliamo chiamarla.

Sembra insomma che la situazione del web italiano sia più o meno la stessa della politica (argomento di cui tra l'altro preferisco non parlare più qui, appunto per la mia "ricerca della pacatezza"): non vince chi ha i migliori contenuti, ma semplicemente chi schiamazza di più. E' però una situazione molto frustrante per chi, come me, lavora tanto con pochi risultati per poi vedere raggiungere livelli inimmaginabili a chi invece nemmeno ci si impegna. Se la superficialità e la maleducazione hanno preso il sopravvento sulla serietà, sulla competenza e sulla gentilezza, non posso che chiedermi: e allora, dove diavolo andrà a finire il mondo?

venerdì 17 luglio 2015

"Il Tao e la Top 100 di Amazon" di Davide Mana

Chiedere una recensione è poco elegante? Io proprio non direi: gran parte delle recensioni che inserisco sulle mie due webzine musicali sono ormai a richiesta, e non trovo nessun problema in ciò. Ma richiederla invece all'interno del proprio prodotto, proprio allo scopo di promuoverlo? Qualcuno forse potrebbe pensare di si, ma a me quando mi sono imbattuto in Il Tao e la Top 100 di Amazon, e-book dello scrittore, paleontologo e blogger Davide Mana (curatore di Strategie Evolutive), la cosa non mi ha dato fastidio, anzi l'ho trovata un'idea pubblicitaria originale e riuscita. E' proprio per questo che ho deciso di accontentare l'autore e scrivere anch'io qualche riga su questo suo lavoro: non sarà una recensione professionale, né tanto meno da esperto, ma voglio dire lo stesso la mia

In breve, il libro parte dai Trentasei Stratagemmi di Wang Jingze, un trattato cinese di strategia risalente al quinto secolo, e prova ad applicare i suoi consigli al moderno marketing online, in particolare alla vendita di e-book. Così, l'obiettivo dalla sconfitta del nemico diventa la conquista del lettore, un campo per cui gli stratagemmi vanno riletti in maniera meno aggressiva e sleale: lo scrittore non ha infatti nemici, al contrario deve avere quanti più sostenitori possibile. Le strategie per raggiungere tutti i propri potenziali fan e per farsi pubblicità sono molte: Mana le espone velocemente ma senza essere superficiale, sviluppando anzi ogni punto con approfondimento non estremo, ma comunque più che sufficiente allo scopo di dare un'infarinatura generale sul marketing on-line. Lo stile con cui lo fa è elementare e veloce; ciò, unito alla brevità del libro, fa sì che si legga in un lampo: pur non avendo avuto che qualche ritaglio di tempo libero nelle scorse settimane, anch'io sono riuscito a terminarlo in giusto una manciata di giorni.

Il Tao e la Top 100 di Amazon è insomma un libro simpatico ma soprattutto molto utile, se si vuole promuovere il proprio lavoro ma anche se, come me, non si è (ancora) pubblicato, ma si vuole semplicemente preparare la strada e far pubblicità, per esempio, il proprio blog. Sicuramente, è una risorsa preziosa, che al momento della pubblicazione leggerò di nuovo, per rinfrescare e applicare ancora meglio tutti i validi concetti che vi sono contenuti!

martedì 14 luglio 2015

Barriera

Sto riflettendo molto, nelle ultime settimane, a come sia facile creare fraintendimenti quando si comunica, e in special modo quando lo si fa a distanza, per esempio nel web. E' proprio sulla base di questi pensieri che qualche giorno fa mi è venuta in mente una possibile storia sul tema: l'ho buttata giù quasi di getto e il risultato è il racconto breve che vedete qui sotto, il primo dopo qualche mese di pausa. E' uno dei miei tipici racconti di fantascienza, di quelli rapidissimi e fulminanti; detto questo, vi invito a leggerlo (e magari anche a dirmi la vostra opinione nei commenti), con la speranza che vi piaccia!

venerdì 10 luglio 2015

Ampliare Hand of Doom

Negli ultimi mesi, mi sono impegnato come non mi era mai successo per Hand of Doom: già il fatto che ora posto ogni martedì e che il blog ha una pagina Facebook è un risultato che giusto qualche mese fa non era per niente scontato. Ora che ho preso il ritmo e (spero) reso il blog più interessante e meno banale, il mio principale interesse è farlo crescere ancora di più: ormai mi sono messo in testa che ciò che dico merita di essere letto da almeno un piccolo pubblico,

Già, ma come ampliare Hand of Doom? Me lo sono chiesto spesso nelle ultime settimane, e una delle risposte possibili è: semplicemente, postare di più! Ecco perché, a partire da oggi, cercherò di scrivere anche il venerdì, oltre al martedì. Nello schema che ho in mente, quest'ultimo rimarrà il post principale, quello serio e più argomentato, mentre di venerdì ci saranno brevi post più leggeri, come le piccole recensioni che faccio di solito, o anche qualche sorpresa che sto preparando e che arriverà nei prossimi mesi. Per ora infatti l'appuntamento sarà fisso solo per qualche settimana, ma ad agosto, coi super carichi di lavoro che avrò, non so se riuscirò nemmeno ad aggiornare il blog con costanza; la cosa diventerà fissa e definitiva solo a settembre. Spero comunque che vi piaceranno anche i post più leggeri del venerdì, e che continuerete a supportarmi come sempre!

martedì 7 luglio 2015

Scrittura e imprenditoria: mondi paralleli

Tra il tanto lavoro, gli impegni di altro genere e anche una giornata di gioia a cui non potevo mancare (il 3 giugno è stato il mio secondo anniversario con Monica, ma stavolta ho preferito non pubblicizzare troppo la cosa), anche questa settimana non ho un articolo pronto per Hand of Doom. Stavolta, tuttavia, la situazione è un po' diversa dal solito, perché in realtà un nuovo post scritto da me lo potete leggere: è uscito appena ieri su Appunti a Margine di Chiara Solerio. Questo ottimo blog parla dei dubbi, delle risorse, delle speranze, delle preoccupazioni dell'aspirante scrittrice che lo gestisce: è proprio per questo che con piacere le ho donato "Scrittura e imprenditoria: mondi paralleli", articolo che parla della mia esperienza di imprenditore e di come essa si possa applicare anche alla scrittura. Che altro dire, se non: leggete l'articolo, lo trovate a questo link!

martedì 30 giugno 2015

I giudizi negativi e la maturità

So che ve l'ho già chiesto altre volte, ma devo tornare a farvi questa proposta. Leggete uno dei miei racconti più vecchi (per esempio Decadenza, uno dei meno peggio) e poi di seguito uno di quelli più nuovi (per esempio Enigmi nell'Oscurità, uno tra quelli che reputo migliori della mia intera produzione). Fatto? Bene, io a questo punto non sono sicuro del fatto si vi siano piaciuti o meno, ma una cosa la so con certezza: che il secondo vi è parso migliore del primo. Non è una questione di gusti ma di oggettività: quando il secondo ha almeno frasi leggibili e più in generale una tecnica scrittoria decente, il primo è invece pieno di spigoli, di frasi brutte da leggere e arzigogolate, di parti raccontate e di ripetizioni (nonché con un'introduzione che mi dà i brividi per la sua ingenuità). Del resto, è abbastanza ovvio che sia così: nei quattro anni e mezzo passati tra i due racconti, ho imparato parecchio, a proposito di come si scrive.

Raggiungere questo "livello di decenza" non è stato facile: ho letto testi di scrittura creativa, poi ho messo in pratica le sue lezioni e continuato a far esperienza scrivendo. C'è qualcosa però che mi ha fatto crescere molto di più di tutto questo messo insieme: sto parlando, strano ma vero, dei pareri negativi. Quando ho cominciato, giusto per fare un esempio, avevo il gigantesco difetto di produrre molti racconti in un tono del tutto didascalico, praticamente tutti raccontati senza nulla di mostrato, il che ovviamente è un errore da principianti. Purtroppo, i pochi giudizi che ricevevo all'epoca provenivano da persone amiche ed erano del tutto positivi: ciò mi faceva piacere, ma non mi ha permesso di capire che stavo sbagliando. Di fatto, ho cominciato a crescere proprio nel momento in cui sono arrivati i primi pareri fortemente negativi, a volte anche brutali: questi spesso mi hanno fatto stare male, ma non mi sono solo buttato giù, ho anche cercato di capire il perché di quelle critiche, e lentamente ho realizzato che erano fondate. Le stroncature ai miei racconti, specie se ben argomentate, mi hanno permesso di comprendere dove sbagliavo, e da quegli errori è nata tutta la mia maturazione successiva (ancora in corso, peraltro). Ecco perché oggi penso che un parere negativo (o almeno critico) valga più  di uno positivo: quest'ultimo può far contenti, ma il primo è molto più utile per capire il proprio livello e poter crescere e migliorare in ciò che si fa.

Questo significa che se ad oggi ricevessi una stroncatura, sarei contento? No, non è così, sarei ancora ferito come chiunque, del resto è una reazione pienamente umana. Ho tuttavia (o almeno spero di avere) la maturità necessaria per accettare che non si parli bene di me, e dai consigli altrui cercare di aggiustare le mie mancanze. Beninteso, non tutti pareri negativi sono per forza utilizzabili, dopotutto esistono anche stroncature dovute semplicemente ai gusti personali; anche in quei casi però sono consapevole che il comportamento più opportuno sia non arrabbiarmi ma accettare serenamente la critica, è l'unico atteggiamento adulto. Perché questa precisazione? Semplice: questa intera riflessione nasce da alcune recenti reazioni discutibili alle recensioni dei miei due siti musicali, Heavy Metal Heaven e Alternative Rock Heaven. E' successo infatti che alcuni musicisti contestassero i giudizi miei o delle mie collaboratrici, accusandoci a volte in maniera velata, a volte esplicitamente, di scarsa professionalità e di incapacità; ciò è avvenuto in risposta a recensioni con giudizi critici, anche se spesso non negativi.

Come saprete, a me i troll che invadono il mio spazio web con insulti ispirano divertimento; nemmeno in questo caso la reazione è stata quella di fastidio, anche perché il fatto che dei musicisti contestino un voto li fa sembrare "rosiconi" agli occhi di tutti quelli che assistono alla discussione, di sicuro sono loro gli unici a perderci. Tuttavia, mi fa un po' riflettere che ci siano ancora artisti così pieni di sé da non accettare le critiche, rifiutando in questo modo anche una possibilità di migliorarsi. Se l'avessi fatto anche io, a quest'ora i miei racconti sarebbero ancora didascalici e brutti come i primi, invece di svilupparsi. A dispetto dell'utilità o meno dei giudizi negativi, però, il loro atteggiamento è ridicolo per un motivo ancor più fondamentale. C'è difatti un solo modo per avere la garanzia di non ricevere mai critiche al proprio lavoro: non fare niente. Se invece si decide di dare la luce a un qualsiasi prodotto, per quanto valido e fantastico ci sarà sempre almeno qualcuno a cui non piacerà: il mondo è grande, ed esiste una varietà incredibile di gusti. Per questo, l'atteggiamento di chi contesta le critiche non è quello di un artista maturo: assomiglia a mio avviso di più a quello di un bambino che punta i piedi se i genitori gli dicono di no, o che manda al diavolo il maestro che gli ha dato un brutto voto senza capire che è colpa sua, che non ha studiato. Ovvio, poi ognuno è libero di attuare il comportamento che vuole, questo è un paese (più o meno) libero: sappiate solo che se andate su un sito a dire quanto sia stupido quello che vi ha criticato non comprendendo il vostro genio, non solo non siete artisti maturi, ma la figura che ci fate è ben misera!

E voi? Qual è il vostro atteggiamento verso i giudizi negativi?

martedì 23 giugno 2015

"Jurassic World" di Colin Trevorrow

Sin da quando è uscito (e forse anche da prima), circa due settimane fa, Jurassic World di Colin Trevorrow è diventato il caso del momento. Non poteva essere altrimenti, del resto: c'era curiosità per un nuovo sequel della saga cominciata ventidue anni fa e che era "in pausa" da quasi quindici anni, dall'uscita del bistrattato Jurassic Park III. Da persona cresciuta negli anni novanta, e che ovviamente è stato colpito da bambino dal fascino dell'originale, non potevo resistere all'attrazione del cinema: la scorsa settimana sono infine riuscito a vederlo. Seppur io sia consapevole che un'altra recensione di questo film non serva poi a molto, visto che c'è chi l'ha fatto molto prima e molto meglio di me, volevo comunque dire la mia sul film: ecco il mio parere.

La trama del film, molto in breve (spoiler da qui); una ventina di anni dopo gli incidenti del Jurassic Park, su Isla Nublar è stato realizzato finalmente un parco di dinosauri, che ogni anno attrae migliaia di visitatori. Tuttavia i costi stanno lievitando sempre più, e il pubblico non cresce più come una volta: per questo, i vertici del parco hanno deciso di creare una nuova attrazione per rinverdire l'interesse della gente, il primo dinosauro geneticamente modificato, l'Indominous Rex. Quest'ultimo si rivelerà però presto troppo intelligente, e con una furbizia riuscirà a fuggire dal suo recinto. Sin da subito, con sadismo comincerà a uccidere e a far scappare dai propri recinti gli altri dinosauri, tra cui gli pterodattili che faranno strage dei visitatori. Solo Owen Gready riuscirà infine a fermare il bestione: con i suoi Velociraptor ammaestrati, aiutati dal Tirannosauro (lo stesso del primo Jurassic Park!) e dal Mosasauro, riuscirà infine a far fuori il mostro, che nel frattempo ha distrutto completamente il Jurassic World. (fine spoiler).

La cosa che salta più all'occhio di Jurassic World è che si conta molto, ancora una volta, sul fascino dei dinosauri, il che tutto sommato non ha smesso di funzionare: i dinosauri sono sempre "wow", come sottolinea anche una battuta del film. Dall'altra parte però qualcosa è meno efficace: nella trama infatti c'è qualche buco e alcuni particolari piuttosto improbabili, che per quanto veniali impediscono di godersi il film appieno. Poco male, comunque, la resa visiva è splendida, nonostante i dinosauri fatti al computer siano paradossalmente inferiori a quelli del novantatré, e ci sono alcune trovare davvero eccitanti: senza spoilerare troppo, ho trovato splendido il ruolo dei Velociraptor in questo film, e anche il combattimento finale, per quanto esagerato e pacchiano, è comunque splendido. Anche gli "attori umani" funzionano tutto sommato bene: per esempio il protagonista, per quanto sia il solito duro da film americano stereotipatissimo, alla fine ispira simpatia (almeno a me). Lodevole sono infine tutte le citazioni che riportano al Jurassic Park originale, che in fondo sembrano essere anche la chiave di lettura del film: in fondo, l'intento del film di Trevorrow sembra essere proprio quello nostalgico.

Seppur Jurassic World non sia certo un capolavoro né tanto meno un film di livello pari al primo del franchise, è comunque un blockbuster estivo molto divertente, specie se si cerca un intrattenimento liscio, che non necessiti di dover accendere troppo il cervello. Certo, se vi piacciono film più impegnati non farà per voi, ma se come me siete semplicemente nostalgici della vostra infanzia coi dinosauri, correte a vederlo!

martedì 16 giugno 2015

"Il labirinto" di James Dashner

Tra la preospedalizzazione, l'operazione e i postumi post-operatori (che sono stati peraltro piuttosto pesanti, essendo la mia prima operazione non me l'aspettavo così) nelle ultime settimane ho avuto parecchio tempo morto in cui praticamente non ho fatto altro che leggere, riviste e libri. Tra questi, uno di quelli che è riuscito a colpirmi maggiormente è stato "Il Labirinto" di James Dashner, primo libro della serie "The Maze Runner", romanzo della branca fantascientifica del genere "young adult" piuttosto famoso, da cui è stato tratto anche un film di recente. La lettura è stata rapidissima (pochi giorni) ma non del tutto soddisfacente: vi spiegherò perché.

La trama in breve (spoiler da qui): senza alcuna memoria del passato, il giovane Thomas si risveglia nella Radura, un luogo delimitato da pareti, che presto apprende essere il punto centrale di un intricato labirinto, in cui lui e gli abitanti locali, i Radurai, si ritrovano intrappolati. Il ragazzo si darà subito da fare per imparare la routine di questo luogo, ma l'arrivo inaspettato di una ragazza (i Radurai erano tutti maschi prima), Teresa, è l'inizio dell'apocalisse: la luce del sole si vela e le porte della Radura cominciano a non chiudersi più, non proteggendo più i suoi abitanti dai terribili Dolenti, esseri metà bestie metà robot che infestano il labirinto. Tra codici e misteri, Thomas e Teresa aiuteranno i Radurai in maniera fondamentale, permettendo loro di risolvere infine l'enigma che si cela dietro alla struttura che li circonda, ma una volta usciti si ritroveranno in un mondo futuristico distopico, dove regna una malattia atroce chiamata Eruzione e dove degli scienziati hanno creato il labirinto per selezionare i giovani più promettenti. Il finale è aperto: restano tanti interrogativi, che verranno probabilmente spiegati nei successivi libri della saga (fine spoiler).

Seppur l'ambientazione futuristico-distopica sia ormai diventato un cliché che nello young adult, quella de Il labirinto non è tutto sommato male, anzi: il fatto che questi enigmi si presentino rapidamente uno dietro l'altro non fa altro che incalzare ancor di più alla lettura, oltre a renderla più affascinante. Purtroppo il difetto di Dashner è un altro, lo  stile molto ossessivo, quasi angosciato. Non so se sia la traduzione oppure la stessa cosa succeda anche nell'originale, ma ogni poche righe deve descrivere sempre le sensazioni e l'umore del protagonista, il che viene presto a noia oltre a far venire in antipatia lo stesso personaggio. Più in generale, tutto lo stile l'ho trovato un po' macchinoso e ansioso, l'autore sembra quasi angosciato mentre scrive, anche se delle trovate vincenti ci sono: su tutti i cliffhanger che praticamente connettono tutti i capitoli, imperiosi e che spingono il lettore a proseguire ancora nella lettura. E' anche per questo che il libro si legge molto rapidamente nonostante il suo stile: l'ho davvero divorato!

Il labirinto insomma non è nemmeno lontanamente un capolavoro, ma comunque è una lettura piacevole a tempo perso, che sa essere discretamente appassionante nonostante i suoi difetti. Se non disprezzate il genere young adult vi piacerà, ma non vi aspettate chissà quale capolavoro!

E voi? Avete letto il romanzo di James Dashner?