martedì 29 marzo 2016

I luoghi e i tempi della pianificazione

Una volta, quando ero ancora un dilettante della scrittura, mi capitava di avere un'idea e di cominciare subito a tradurla in un racconto, sull'onda dell'entusiasmo. Spesso quest'idea era giusto un finale, uno svolgimento di base, e poco altro: per il resto, tendevo a improvvisare. Risultato: a volte non riuscivo ad andare avanti, mi bloccavo. Anche quando terminavo, però, c'erano molti, troppi particolari lasciati al caso: è uno dei motivi per cui, a rileggere quei racconti, provo addirittura ribrezzo.

Oggi la situazione è completamente diversa. Invece di buttarmi  alla carica a testa bassa, prima di passare all'azione attuo un'attenta fase di pianificazione (come forse è anche normale per tanti altri). Per scrivere un racconto - ma anche un post di Hand of Doom - devo prima avere ben chiara la successione dei paragrafi e delle scene; altrimenti, non comincio neanche a scrivere. Per il romanzo ho un po' più di libertà: dopotutto, essendo le scene in gran numero, è quasi impossibile pianificarle tutte in anticipo. Sin dall'inizio, ho però programmato una linea fatta di tanti piccoli avvenimenti cardine: le scene si delineano solo in seguito, seguendo questa struttura. Anche così, però, ben poco è lasciato al caso: se ogni tanto qualche intuizione o l'aggiunta di qualche battuta mi viene al momento, per la maggior parte i capitoli sono già ben tracciati, quando infine finiscono "su carta".

venerdì 25 marzo 2016

Prime impressioni sbagliate

Forse voi non avete mai sentito nemmeno il loro nome, ma i Judas Priest sono un gruppo musicale fondamentale. Nell'ambito dell'heavy metal classico (il primo genere metal, da cui derivano tutti gli altri) sono una sorta di divinità - gli addetti ai lavori li considerano più importanti anche di nomi più famosi come gli Iron Maiden. Lo sono sia per la qualità altissima di tanti loro album che per aver inventato il genere: il loro secondo album Sad Wings of Destiny, uscito il 23 marzo del 1976, è infatti riconosciuto come il primo album heavy classico della storia.

Mi capita a volte, su Heavy Metal Heaven, di recensire qualche album nei pressi dell'anniversario della sua uscita, come per celebrarlo. Con Sad Wings of Destiny, vista la sua eccezionale importanza, non ho potuto certo fare eccezione: la sua recensione è uscita questo lunedì. In seguito, mi è successa una cosa curiosa: una persona mi ha lasciato un commento entusiasta presso il link della recensione sulla pagina Facebook della webzine. Era molto contenta, perché la canzone intitolata Angel è stata la colonna sonora di un evento importante per lei, e la mia recensione gliela aveva ricordata.

martedì 22 marzo 2016

Breve pausa, già finita

Qualcuno di voi, forse (molto forse - io sono convinto di no), si sarà accorto che venerdì scorso Hand of Doom non è stato aggiornato come al solito. Non era mai successo: anche quando ho avuto problemi e non sono riuscito a scrivere uno straccio di post, comunque sono intervenuto con un trafiletto in cui spiegavo le mie ragioni. Stavolta però non è stato così.

Ecco i fatti: stavolta il tempo non mi era mancato la scorsa settimana, un post era quasi pronto per essere pubblicato. Nei giorni immediatamente precedenti (e successivi) tuttavia non ho avuto un attimo libero per pensare al blog, e nemmeno per postare l'articolo così com'è. Questo perché sabato scorso ho sposato Monica; domenica invece abbiamo riaperto la gelateria. Sono stati due impegni che mi hanno portato via gran parte del tempo, e così sono stato costretto, mio malgrado, a mettere il blog in pausa. Poco male, comunque: questo stop è infatti già finito. Senza più impegni così impellenti (o quasi), posso già ricominciare a gestire Hand of Doom. Già da venerdì, quindi, il blog riprenderà il suo corso normale. Che altro dire, se non: siateci!

martedì 15 marzo 2016

I crociati del web

L'ho già scritto nello scorso post: mi trovo attualmente in un periodo di forte nervosismo, che condiziona soprattutto le mie interazioni online. In particolare, mi irritano certi post che mi capita di trovare in giro e che reputo poco intelligenti. Di solito, quando leggo cose del genere passo avanti senza farmi problemi; solo in questi giorni mi agito quando capita. Eppure, neanche in questo periodo ho fatto nulla: odiando le polemiche, ho preferito vivere il mio nervosismo da solo che cominciare a litigare inutilmente con gli altri.

In rete, esistono persone che si comportano in maniera opposta alla mia. Invece di lasciar perdere, si impuntano e cominciano a discutere. A volte succede che riescano a essere così pacati da non innescare flame; più spesso però non hanno il giusto tatto per farlo, e si litiga. Alcuni apprezzano anche questo tipo di persone: se non altro sono più oneste di chi come me preferisce stare in silenzio e non affrontare i problemi. Anche io una volta ero così, come ho già raccontato una volta. Il risultato però è stato dannoso per me, per i miei rapporti umani e per gli altri, e ora non mi sognerei più di farlo.

venerdì 11 marzo 2016

Nervi scoperti

I fatti sono questi: negli scorsi giorni praticamente non ho avuto internet in casa. Gestire le webzine musicali in queste condizioni è stato duro, e mi ha portato via gran parte del tempo. E siccome alla fine accedere alle bozze dei miei post per completarli è stato impossibile, non sono riuscito, se non nel tardo pomeriggio di oggi, a scrivere molto per Hand of Doom. Ecco, questo post potrebbe concludersi qui; tuttavia, c'è di più.

In realtà un'idea per un post io l'avrei anche avuta; ho deciso tuttavia, in un tempo molto breve, di cassarla senza appello. Questo perché, come ho già detto tante volte, odio le polemiche, e non voglio farne mai, sia pure sull'onda del momento. In effetti, però, la tentazione di scrivere un post molto rabbioso c'è stata. Ultimamente sto leggendo in rete un sacco di stupidaggini, di bufale, di atrocità; e negli ultimi giorni, il loro impatto è stato devastante. Mi è venuta voglia di urlare contro tutti e tutti, e poi di allontanarmi il più possibile da internet: è questo il mio livello di frustrazione.

martedì 8 marzo 2016

Avvicinare la cultura alle persone

Come sempre, anche lo scorso sei marzo io e Monica abbiamo usufruito dell'iniziativa "Domenica al Museo". È un'iniziativa del ministero della cultura per cui, ogni prima domenica di ogni mese, molti dei musei statali e anche alcuni di altro tipo sono aperti gratuitamente al pubblico. Un'ottima occasione, per chi come noi è troppo squattrinato per permettersi una spesa anche di qualche euro in più, ma è comunque un amante della cultura, dell'arte e della storia.

Se queste gite sono spesso istruttive e soprattutto emozionanti, c'è però qualcosa dei musei italiani che non funziona, a mio avviso. Chiunque sia entrato almeno una volta in uno di questi luoghi sa bene quanto essi siano pieni di pannelli informativi e di cartellini che danno spiegazioni sugli oggetti esposti e sulle sale storiche in cui sono contenuti. Spesso in essi si trovano informazioni importanti e interessanti; il problema sorge quando, altrettanto di frequente, c'è un surplus di dettagli. In particolare, spesso queste didascalie entrano molto nel gergo tecnico nel descrivere le opere d'arte a cui sono dedicate. E questo, a mio avviso, può essere controproducente.

venerdì 4 marzo 2016

"Lo chiamavano Jeeg Robot" di Gabriele Mainetti

Io non sono un gran fan del genere supereroistico. Ho visto alcuni film di questo tipo (a volte anche al cinema, trascinato da Monica che ama il genere molto più di me) trovandoli quasi sempre piacevoli. A volte mi sono piaciuti parecchio, come è accaduto per la trilogia di Batman di Christopher Nolan. Tuttavia, non sono tra quelli che collezionano anche gadget e fumetti. Rispetto molto chi lo fa (non sono tra quelli che bollano queste come "cose da bambini", anzi), ma semplicemente non fa per me. Nonostante questo, sono andato a vedere Lo Chiamavano Jeeg Robot con convinzione: mi hanno spinto i tanti giudizi positivi letti online. Volevo capire la causa dell'entusiasmo generale, che lo ha reso un piccolo caso del momento. E alla fine, andando al cinema mercoledì scorso, l'ho effettivamente capito.

martedì 1 marzo 2016

La frenesia dell'internauta

Al contrario di quelle striminzite che posto su Hand of Doom, le mie recensioni di album heavy metal sono molto lunghe e approfondite. Mi è sempre piaciuto, in effetti, soffermarmi su ogni canzone nei dischi che mi sono ritrovato ad analizzare. Pian piano ho inoltre trovato un mio stile personale e ho aumentato la conoscenza della materia: anche per questo, le mie recensioni si sono allungate ulteriormente. Sono arrivato addirittura a esagerare, a farle davvero troppo arzigogolate, prima di cominciare a comprendere che quantità e qualità non sempre coincidono. Ora infatti cerco di tagliare il superfluo: diciamo però che le recensioni rimangono sempre abbastanza lunghe.

Negli ultimi anni, però, ho imparato molte cose anche sul mondo del blogging. Sono diventato più consapevole, in particolare, di quanto siano più apprezzabili i contenuti brevi e fruibili in poco tempo, rispetto a quelli lunghi. Questo per me è un bel problema: scrivo recensioni lunghe perché mi piace farlo, e probabilmente non sarebbe lo stesso se cambiassi il mio stile. Certo, nell'ultimo periodo ho cercato di migliorare la leggibilità, per esempio variando di più il mio lessico, cancellando ogni avverbio inutile e spezzando le frasi troppo lunghe che tendevo a fare. Il problema della lunghezza però rimane: cosa fare?