venerdì 29 aprile 2016

"Veloce come il vento" di Matteo Rovere

Alla faccia di chi denigra il cinema del Bel Paese, negli ultimi anni sono usciti grandi film italiani. E parallelamente a ciò, di recente anche generi prima di nicchia stanno vivendo una rivalutazione, con gran piacere di chi come me non è un gran fan del classico "mainstream". Per esempio, Il racconto dei racconti di Matteo Garrone rende giustizia al genere fantasy, così ingiustamente snobbato alle nostre latitudini, mentre Lo Chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti è un film di supereroi molto più convincente della maggior parte dei blockbuster d'oltroceano sul genere. Peraltro, entrambi questi film hanno fatto incetta di statuette ai David di Donatello: un segnale ancor più incoraggiante, in tal senso.

È a questa "nuova ondata" che può allinearsi anche Veloce come il vento di Matteo Rovere. Seppur rispetto agli altri abbia più contatti con il tipico stile drammatico all'italiana, anch'esso ha elementi inediti nel cinema nostrano. A parte qualche sceneggiato biografico, infatti, qui da noi non si era mai visto un film sportivo incentrato sul mondo dell'automobilismo. C'è però un altro particolare che lo accomuna ai film già sottolineato: l'essere di valore alto!

martedì 26 aprile 2016

Il problema dell'auto-valutazione

Seppur ci siano religioni e filosofie che sconsigliano di farlo, una delle cose più naturali per un essere umano è giudicare. Fateci caso: ogni giorno è costellato dal formarsi di piccole e grandi opinioni, dettate dalla ragione, dei gusti o delle emozioni. Anche voi, ogni giorno, avete un parere su tutto, dalla notizia che sentite al telegiornale al piatto che mangiate per pranzo, passando per la qualità del lavoro che fate, il film che vedete la sera, e così via. Non c'è niente di strano: è tutto perfettamente normale.

Essendo io un essere umano - forse non lo sapevate, ma è così! - ciò vale anche per me. Mi succede, appunto, in ogni momento della giornata: compreso, ovviamente, quando mi pongo nella veste di lettore. Così, dopo aver letto il post di un blog, so dire se l'ho trovato ottimo, condivisibile, illuminante, o al contrario raffazzonato, fuorviante, poco piacevole. Lo stesso vale per le storie che leggo, racconti o romanzi che siano: dire se mi sono piaciuti o meno di solito è semplice. Ci sono alcuni casi in cui qualche opera narrativa o qualche articolo sono più complessi, e ci devo riflettere su, prima di decidere il mio giudizio definitivo. Anche lì però lo sforzo non è mai troppo, anzi.

venerdì 22 aprile 2016

Guest post: istruzioni per l'uso

L'ho già detto nel post precedente: l'articolo di venerdì scorso è saltato del tutto in parte per la mia salute, in parte per altri impegni. Tra questi, il più importante è stato dare gli ultimi aggiustamenti a un lungo post che mi frullava in mente già da alcuni mesi, ma che solo da qualche settimana avevo sviluppato seriamente. Era un articolo lungo, troppo per questo blog: per questo sin dall'inizio l'ho scritto come guest post per Anima di Carta di Maria Teresa Steri. Visto che alla proprietaria del blog è sembrato un contenuto interessante, è stata d'accordo con me: alla fine, lo ha pubblicato questa mattina.

Tema dell'articolo: come scrivere un guest post e come proporsi nel modo giusto per farselo pubblicare. Per buttarlo giù, ho sfruttato la mia esperienza su Heavy Metal Heaven come intervistatore: in fondo, ci sono diverse analogie tra interviste e guest post "generici". Se siete curiosi, trovate il guest post a questo indirizzo. Non mi rimane quindi che auguravi: buona lettura!

martedì 19 aprile 2016

Un messaggio inaspettato

Ultimamente, ho avuto un po' di tempo per riprendere il mio romanzo, fermo per qualche settimana lo scorso mese, un po' come tutto il resto. Rimettendomi a scrivere, però, mi sono accorto di un fatto allarmante: dopo aver perso l'abitudine di farlo, scrivere era diventato meno naturale. Era come se, in qualche modo, mi fossi un po' arrugginito. Niente di preoccupante, per carità: dopo un po', ho ripreso tranquillamente a farlo con più tranquillità. Tuttavia non è stato piacevole: per questo, ho deciso di prendere provvedimenti. Scrivere più spesso, quindi, anche in piccoli ritagli di tempo, ma non solo: ho sentito la necessità di variare un po', pur rimanendo sempre nell'ambito della narrativa. Negli scorsi mesi, infatti, non ho scritto racconti: un po' per mancanza di ispirazione, un po' perché non hanno un grande successo, se pubblicati qui. A dispetto di questo, però, ho preso la decisione di riattivarmi e di ricominciare a farlo.

Non avevo un piano particolare, in realtà: pensavo di riprendere coi racconti col tempo, quando avrei avuto voglia e ispirazione. Di sicuro non pensavo di farlo la scorsa settimana, in cui tra impegni e anche il mio precario stato di salute ho dovuto saltare persino il post del venerdì. Eppure, nella mattina di sabato mi è venuta un'idea che ho trovato affascinante: e se il primo messaggio di una civiltà extaterrestre che capteremo non fosse quello che ci aspettiamo? Sono partito da qui per sviluppare un racconto di quelli fulminanti: ho cominciato a scrivere e in meno di mezz'ora sono riuscito a completarlo. Qualche giorno di revisione, ed eccolo qui, tutto per voi. Buona lettura!

martedì 12 aprile 2016

Tutti scrivono male (all'inizio)

Scrittori si nasce oppure si diventa? Questo semplice quesito è stato l'interrogativo presentato nell'ultimo post di Chiara Solerio sul suo blog Appunti a Margine, intitolato "Lo scrittore tra essere e divenire". La sua conclusione era che entrambi sono importanti allo stesso modo: sia la predisposizione che il lavoro per migliorare la propria scrittura sono necessari per raggiungere un buon livello. Personalmente, mi trovo del tutto d'accordo con la sua idea.

Nello stesso post, e nei commenti successivi, è venuta fuori una discussione costruttiva su un altro argomento. Se essere scrittore vuol dire, da vocabolario, comporre opere scritte con fine artistico, allora anche gli auto-pubblicati di basso livello sono considerabili scrittori. Questo però è in contrasto con l'idea prevalente tra gli addetti ai lavori, ossia che questo tipo di autore non ha la stessa dignità di chi invece ha un strumenti migliori. In effetti, in passato ho letto molti articoli astiosi nei confronti di chi adopera il self-publishing senza avere idea di come si imposta un libro. Con molti di questi post mi sono trovato a concordare, ma solo fino a un certo punto.

venerdì 8 aprile 2016

Un blogging rilassante

Da qualche anno, seguo alcuni blog centrati sull'argomento "blogging" con un taglio tecnico. Leggerne i post è spesso un arricchimento personale: ci si trovano non solo consigli per far crescere le visite, ma anche per scrivere in maniera più scorrevole, il che ovviamente ha benefici anche sulla mia attività letteraria. In passato, mi è capitato di applicare alcune delle dritte di quegli articoli, sia di quelli scrittura che quelli più tecnici, legati alla struttura del web - spesso con buoni risultati.

Eppure, i miei sono stati solo interventi sporadici. Non mi sono mai messo a utilizzare sistematicamente i tool che molti consigliano per analizzare il traffico, come non ho mai fatto ricerche online per decidere gli argomenti migliori dei miei post. Ho fatto un po' di SEO (che per chi non lo sapesse, sta per Search Engine Optimization, ottimizzazione per i motori di ricerca), ma in maniera molto blanda, e da un punto di vista tutt'altro che esperto. E l'ho fatto soprattutto per le webzine musicali, qui su Hand of Doom quasi mai. Per il resto però non ho mai attuato i comportamenti che gli esperti del settore usano per potenziare i propri blog.

martedì 5 aprile 2016

Fotografie e superficialità

La scorsa settimana, da martedì a venerdì, io e Monica ci siamo lasciati tutti i problemi alle spalle e siamo andati a Roma, per una breve vacanza, una sorta di "mini-viaggio di matrimonio". Per quattro giorni abbiamo girato per luoghi storici o curiosi; in generale siamo stati bene e ci siamo divertiti molto. Ci è un po' dispiaciuto non aver avuto più tempo - in effetti sono state più i posti che non abbiamo visitato - ma in fondo non è un problema: ci torneremo in futuro, vista anche la relativa vicinanza della città da qui. Il bilancio è quindi ampiamente positivo, per quanto mi riguarda: senza dubbio, è stata una vacanza splendida.

venerdì 1 aprile 2016

"Limit" di Frank Schätzing

Come lettore avido, sono sempre alla ricerca di scrittori nuovi, specie se di genere fantascientifico. Cerco di leggere qualsiasi cosa mi capiti in mano nell'ambito del genere: l'ultimo in ordine di tempo è stato Limit, di Frank Schätzing, autore tedesco che scopro essere piuttosto famoso (anche se io personalmente non avevo mai letto nulla della sua produzione). È stata una lettura molto impegnativa: seppur scorrevole, il libro era un vero e proprio "mattone", con le sue quasi millequattrocento pagine. Impegnativa sì, ma anche abbastanza soddisfacente.