venerdì 13 ottobre 2017

L'importanza degli spazi

Nello scorso post - che di sicuro hai letto, ma se non l'hai fatto puoi recuperare qui - ho fatto un parallelismo tra la vita di uno che (come me) suona la batteria e quella di uno scrittore. Nel compiere questa analisi, ho elencato sette punti di unione tra i due mondi; sono sicuro però che riflettendoci se ne possono trovare molti di più.

Per esempio, riflettendo (e suonando, anche!) in questi giorni mi sono accorto dell'esistenza di un principio che non ho citato, ma di cui vale la pena di parlare. Rispetto a quelli del post di martedì è un argomento un po' più tecnico, ma questo non lo rende meno importante. Di cosa sto parlando? Del grande valore che hanno le pause e gli spazi.

Le pause nella musica
Studiando sulla batteria (e penso anche sugli altri strumenti) col tempo e con l'esperienza si imparano diversi principi a cui di solito si pensa poco: uno di questi è che anche le pause e le stoppate possono essere importanti. A seconda della situazione, possono essere adatte quanto una rullata o anche di più a lanciare la ripartenza del ritmo, oppure possono rendere un tempo o un fill più efficaci.

Come sarebbe per esempio un pezzo come "Rock and Roll" dei Led Zeppelin senza gli stacchi di John Bonham (batterista che tra l'altro è uno dei miei idoli)? Risulterebbe probabilmente meno dinamica e catturante, anche con delle rullate molto complesse e tecniche al posto di quelle pause. Mentre quelli che ci sono riescono a lanciare a meraviglia i passaggi successivi.

E invece per la scrittura? La situazione è più o meno analoga: l'equivalente delle note, le parole, devono allo stesso modo essere piazzate in maniera precisa e suonare bene. Ma anche le pause sono importanti e devono funzionare a dovere: in questo caso, parliamo quindi di ciò che crea spazio tra le parole e dà loro respiro, ossia la punteggiatura e la formattazione dei paragrafi.

Peraltro, ultimamente mi accorgo spesso che tendo a trovare più scorrevoli e a immergermi meglio in quei libri che hanno i giusti spazi, senza periodi troppo lunghi e con la giusta scansione dei paragrafi. Quelli invece che contengono spesso frasi troppo estese o senza punteggiatura, oppure paragrafi che non finiscono mai tendono a piacermi di meno, se non altro perché è più difficile leggerli e ci metto più tempo a farlo.

Credo insomma che un buon musicista, come un buono scrittore, deve saper padroneggiare non solo note e parole, ma anche gli spazi che le dividono, e trarre il meglio da entrambi. È anche vero, tuttavia che chi scrive è avvantaggiato rispetto a un musicista: può essere aiutato da un editor per quanto riguarda i ritmi, la punteggiatura e gli spazi tra i paragrafi. Ma è comunque bene acquisire da sé questa abilità: altrimenti la vedo difficile trovare una casa editrice oppure un editor disposto a faticare come un mulo per rendere leggibile il tuo testo!

La domanda: cosa ne pensi del valore degli spazi?

4 commenti:

  1. Beh, le frasi non proprio brevi potrei considerarle una mia caratteristica, e preferisco usare quelle brevi per sottolineare un fatto o uno stato d’animo.
    Potrei usare periodi lunghi per esprimere un flusso di pensieri del personaggio e poi una frase breve per mostrare - che so – una presa di coscienza.
    Appunto.
    Non ho un grande amore per le frasi brevi, perché, leggendole, in più di qualche occasione ho avuto l’impressione di leggere i pensierini dei compiti in classe di terza elementare.
    Qualcosa del tipo:
    “Ieri era il mio compleanno. C’era molta gente. Ho ricevuto molti regali. Ero contento”.
    Mi spiego? :-)

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    1. Vero, anche usarne di troppo brevi - o usare troppo spazi, per continuare col parallelismo - può non essere produttivo. Ma come sempre nella vita ci vuole equilibrio :) .

      Comunque mi sto accorgendo di qual è il tuo stile leggendo il tuo "Un filo di luce nel cielo". Non mi dispiace come scrivi, ma devo ammettere che vado un po' più lento a leggere rispetto alla mia media, proprio per le frasi lunghe. Non che sia un problema, comunque (non è mica una critica negativa, eh!): in fondo mi sta piacendo leggerlo ^_^ .

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  2. Graaaaazie! E' un bel complimento! :-)

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