giovedì 20 dicembre 2012

"Una Peccatrice", di Giovanni Verga

Vorrei cominciare il secondo filone di questo appuntamento fisso nel blog con una breve recensione. Recensioni di film e di libri forse non saranno l'anima di questo angolo, ma ogni tanto ve ne proporrò alcune.

Questa mia prima recensione riguarda il breve romanzo Una Peccatrice di Giovanni Verga, letto qualche mese fa. Il libro in questione è un'opera giovanile dello scrittore siciliano, tra le prime che egli abbia mai scritto, ma nonostante ciò sono già presenti, in forma embrionale, tutti i temi che poi lo renderanno famoso, su tutti quello dei vinti, i personaggi vittime della vita. Inizia qui ad emergere quindi quel pessimismo verghiano che è bandiera sua e del Verismo, contraddistinguendolo dal Naturalismo di autori quali Zola, che pur a tinte cupe disegnavano la possibilità di cambiamento e di "redenzione". Il linguaggio è abbastanza desueto ma comprensibile a chi abbia una cultura di scuola superiore, mentre lo stile è abbastanza arzigogolato e serioso, ma nulla di troppo astruso

La trama è la seguente [inizio spoiler]: il giovane Pietro Brusio è uno studente di legge, diligente e su cui la famiglia può contare, finché non accade un incontro fatale con una nobildonna d'alta società, che lo cambia totalmente. Ella gli causa un colpo di fulmine, amore praticamente a prima vista, ma lei oltre ad essere di estrazione, come detto, nobile, è sposata con il conte di Prato. L'amore sembra subito disperato: quando lei capisce di avere un ammiratore, lo considera con sufficienza, ma Pietro non desiste nonostante l'ovvio scoramento e continua imperterrito trascurando ogni altra cosa, seguendo anche la contessa a Napoli quando lei si trasferisce. Lì compone un'opera lirica (probabilmente ciò è una nota autobiografica dell'autore, insieme agli studi di legge), il Gilberto, che ha un gran successo; e vedendo l'opera, lei capisce che la trama è basata sulla loro storia, e inizia ad interessarsi molto al compositore. Dopo molte peripezie, la contessa (che si rivela chiamarsi Narcisa) abbandona suo marito e scappa con Pietro, ormai innamoratissima: è quindi, apparentemente, un idillio. Eppure, quello che sembrava dover finire così, a causa di incomprensioni e di un'atteggiamento molto ansioso da parte di lei (che ad alcuni, nei tempi moderni, potrebbe risultare addirittura divertente), i due si allontanano progressivamente, finché Narcisa, non sentendosi più amata e pensando di aver perso il suo Pietro per sempre, decide di avvelenarsi (e al contrario di quanto detto poco fa, quelle pagine sono veramente tristi e toccanti), e muore tra le sue braccia. Il racconto si conclude con lui che ne rimane shockato a tal punto, ci racconta Verga, da ridursi alla mediocrità per tutto il resto della sua vita. [fine spoiler]

Una trama scarna ma buona in un libro ben scritto, magari non facilissimo per chi non vuole impegnarsi ma comunque che può piacere a chi va di andar oltre la semplice lettura della domenica (ma anche a questi ultimi potrebbe piacere, vista la complessità poi non così grande): questo è "Una Peccatrice" di Giovanni Verga. Consigliato quindi a chi ama la letteratura semplice e il romanzo dal sapore antico.

P.S. per le due settimane della pausa natalizia, sarà in pausa anche questa rubrica, quindi si ricomincerà giovedì 10 Gennaio con un nuovo articolo di scienza.

Nessun commento:

Posta un commento

Il tuo commento è molto prezioso per me. Anche se mi vuoi insultare perché non ti piace quello che scrivo, fallo pure: a prendere in giro i maleducati mi diverto tantissimo! Ma a essere sincero preferisco chi si comporta bene: se lo farai anche tu, mi farai ancora più contento!