martedì 27 gennaio 2015

Sul settantesimo anniversario della Shoah

Visto che il settantesimo anniversario dell'apertura dei cancelli di Auschwitz da parte dell'Armata Rossa cade proprio questo martedì, ho pensato di buttare giù giusto qualche riga per commemorare questo evento. Tutti i media, in questo giorno, sottolineano l'importanza del ricordo, della memoria, oltre al fatto che ad oggi sono passati soltanto settant'anni. Io credo però che ricordare, per quanto necessario, non sia sufficiente: ci vuole anche consapevolezza e soprattutto razionalità con cui affrontarla, questa memoria, per non ripetere gli stessi errori. Adesso nel mondo ciò non avviene: ecco perché, per esempio, nel mondo ci sono luoghi in cui si uccidono gli omosessuali gettandoli dall'alto dei palazzi. La memoria non basta, se dalla memoria non si riesce ad imparare.

(Scusate il post brevissimo e banale, comunque, ma non sono riuscito a scrivere nulla di più spostanzioso)

martedì 20 gennaio 2015

"My Little Moray Eel" di Lucia Patrizi

Ultimamente, ho preso l'abitudine di leggere romanzi di autori italiani poco conosciuti se non ad un ristretto cerchio di appassionati: in parte lo faccio perché, sulla scia di Heavy Metal Heaven, mi piace valorizzare scrittori poco noti ma meritevoli (per quanto Hand of Doom abbia per ora un pubblico molto più ristretto rispetto alla mia webzine musicale, e questa valorizzazione non sia poi un granché), in parte perché penso che non posso pretendere di essere letto e basta, devo dall'altra parte leggere anche io, anche perché  chissà che il letto non si possa trasformare in questo modo, in futuro, lui stesso in un mio lettore. In ogni caso, qualche tempo fa mi è capitato di leggere "My Little Moray Eel", un breve romanzo di Lucia Patrizi, autrice del blog "Il Giorno degli Zombi" e che proprio su quest'ultimo è partito come blog-novel; avendomi questo libro parecchio colpito, ho deciso di dedicargli una delle mie piccole e modeste recensioni.

La trama, molto in breve (come sempre, spoiler da qui): la protagonista Sara è una ragazza che sin da giovane scopre di avere la straordinaria capacità di comunicare telepaticamente con le creature marine e di poter sentire ciò che loro sentono. E' proprio grazie a questo potere che un giorno, ancora bambina, trova un piccolo esemplare di murena gigante spiaggiato e lo ributta in mare: da quel momento, Sara e "Lui" si legano in maniera inscindibile, in un rapporto d'affetto molto profondo, praticamente amore (anche grazie al fatto che al contrario della maggior parte della fauna marina, la murena dimostra un intelletto quasi umano). Nel frattempo, durante un'esplorazione nella Fossa delle Marianne viene fatta una scoperta sensazionale: nelle profondità del mare esistono degli esseri senzienti, "Quelli degli Abissi", i quali però cominciano sin da subito a mostrarsi ostili agli umani (e viceversa); poco dopo la scoperta, nasce una vera e propria guerra mondiale tra le due specie. Nonostante Sara voglia soltanto stare con Lui, le sue capacità vengono scoperte, ed il governo italiano capisce che possono essere usate come un'arma: la giovane sarà quindi imprigionata e costretta a subire le angherie del capo del progetto, il professor Florenzi, ma alla fine riuscirà a scappare, seppur a costo di ferite fisiche e mentali le cui cicatrici rimarranno fino alla vecchiaia, età a cui la stessa Sara si trova ad inizio romanzo, il quale è giocato per gran parte su flashback. (fine della sezione spoiler)

La trama è insomma piuttosto originale e particolare, col suo essere a metà tra "urban fantasy", fantascienza e genere apocalittico, la sua inedita ambientazione ed il suo sviluppare una storia d'amore strana ma credibile e per niente stucchevole, come ormai in troppi romanzi rosa tutti uguali che escono di recente; del resto l'autrice riesce a rendere a tutto ciò giustizia al meglio. Il suo stile di scrittura, anche se migliorabile, è infatti molto buono, e ciò le consente per esempio di dedicare ampi paragrafi alle emozioni della protagonista ma senza annoiare o far sentire un senso di "troppo raccontato". Eccellente è anche la già citata ambientazione marina: l'autrice in tal senso riesce a renderla non solo realistica, ma spiega anche bene (con delle note a pié pagina, quando serve) le cose che ad un profano come me potrebbero non essere chiare, come per esempio la terminologia tecnica dell'attrezzatura per l'immersione. D'altra parte, a stonare può essere una dispersività del romanzo in qualche momento, dovuto probabilmente proprio al suo essere partito come blog novel, con per esempio ogni tanto qualche salto temporale non immediato da capire, anche se in fondo è questo un difetto veniale. Un'altro problema potenziale è il fatto che nonostante sia un romanzo teoricamente "horror", in realtà My Little Moray Eel non mi ha fatto affatto paura; poco male, comunque, visto che non parto mai prevenuto nella lettura di qualsiasi cosa, quindi per me è un difetto inesistente, nei fatti.

My Little Moray Eel è insomma un ottimo libro di genere fantastico, non un capolavoro ma molto apprezzabile, più di tanti altri romanzi di giovani autori che ho letto. E' proprio per questo che vi invito a leggerlo e a dare alla scrittrice una possibilità: se vi piace il fantasy o la fantascienza apocalittica, ve lo godrete!

martedì 13 gennaio 2015

"Il ragazzo invisibile" di Gabriele Salvatores

Poco prima dello scorso capodanno, sono andato a vedere "Il ragazzo invisibile", l'ultimo film di Gabriele Salvatores. In parte lo stimolo per andare mi è venuto da Monica, che era curiosa di vedere la resa della sua Trieste, sfondo della pellicola, in parte avevo anche un po' di curiosità per questo "primo supereroe italiano" che si poneva come un qualcosa di assolutamente innovativo (anche se così non è stato, come vedremo tra poco).

Come al solito, ecco la trama in breve (occhio agli spoiler): il protagonista Michele è un ragazzino delle medie impacciato e "sfigato" come tanti altri, che subisce quotidianamente vessazioni da parte dei bulli della scuola, e che ha un'ossessione per la sua compagna Stella. Questa infatuazione viene però presto alla luce, mettendo il giovane tanto in imbarazzo che desidererà sparire, diventare invisibile: stranamente, ciò succederà davvero. Michele inizialmente penserà che è colpa del costume di un supereroe cinese, comprato per pochi euro, ma la verità verrà presto a galla quando il giovane conoscerà suo padre, che sapeva invece morto: il giovane è in realtà figlio di due Speciali, due persone dotate di superpoteri che un'organizzazione militare russa cercava di sfruttare per scopi militari, in seguito portato via dal padre in fuga ed adottato da colei che lui credeva la sua vera madre. Michele scopre inoltre che l'organizzazione lo sta cercando: è così che si spiegano le sparizioni dei suoi compagni di scuola, rapiti per verificare che non siano loro stessi il figlio dei due Speciali sparito. Quando viene rapita anche Stella, con cui nel frattempo Michele ha stretto amicizia, seppur da ragazzo invisibile e senza svelare la sua identità, il giovane correrà perciò a salvarla: combatterà quindi con l'organizzazione e con Artiglio, uno Speciale al suo servizio, ed alla fine riuscirà nell'impresa, salvando la sua bella, anche se poi a causa dei poteri di suo padre tutti dimenticheranno l'intera vicenda (fine della parte degli spoiler).
 
Il film si basa insomma su una storia che da un lato è semplice e piacevole, con pochi buchi di trama ed esagerazioni (per quanto in tal senso il film non sia del tutto esente da difetti, c'è da dire), risultando anche per questo piacevolmente differente dai soliti kolossal supereroistici americani, che a me personalmente non eccitano più di tanto, specie negli ultimi tempi. Dall'altra parte, però, questa semplicità è accompagnata da molti cliché del mondo dei comics, il che rende la storia magari non di banalità assoluta, ma in ogni caso un po' prevedibile e trita. Un'altra nota dolente è la recitazione di alcuni attori, specialmente dei bambini e degli attori stranieri: soprattutto il protagonista è infatti spesso abbastanza impacciato, il che è comprensibile vista la giovane età, ma comunque rovina la resa del film, seppur non troppo. Eccellente è invece la scelta dello sfondo del film: gli scorci di Trieste, bellissima città, sono altrettanto belli, e contribuiscono molto a rendere più bello il comparto visivo del film.

Quello di Salvatores è un film non eccelso ma di buon intrattenimento e da apprezzare, specie se riuscirà in futuro a far rivalutare agli occhi della critica nostrana il mondo della fantascienza e quello dei fumetti, ad oggi così ingiustamente sottovalutati e bistrattati. Se vi piace il genere, almeno una visione vi consiglio di darvela: qualcosa di interessante potete trovarla in ogni caso.

mercoledì 7 gennaio 2015

Sei

E così, un altro anno è passato per Hand of Doom, siamo ormai arrivati al sesto anno della sua vita. Quasi non mi par vero, visto che da una parte questi anni sono volati, ma dall'altra sono cambiate così tante cose (specialmente io, il mio modo di scrivere ed il mio approccio di blogger) che è sembrata un'eternità. Anche il mio seguito è parecchio aumentato, perciò non posso che concludere questo breve post ringraziando tutti voi e soprattutto facendo "tantissimi auguri" ad Hand of Doom!

P.S. e da settimana prossima, il post tornerà stabilmente al martedì.