martedì 28 giugno 2016

Ritorno al (peggio del) passato

Se non vivete su Marte, avrete sentito sicuramente parlare in questi giorni di Brexit. Come sapete, è un termine che si riferisce all'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, sancita da un referendum che ha avuto luogo lo scorso giovedì, 23 giugno. È un tema abbastanza scottante e spinoso: per questo sono stato in dubbio se parlarne qui o meno, anche se poi ho scelto la prima opzione.

Come sempre, tuttavia, non ho voluto fare un articolo sulle conseguenze politiche, economiche o sociali di questo evento epocale. Non sono competente in queste materie, e anche se lo fossi dubito che riuscirei ad aggiungere qualcosa al discorso generale, vista la miriade di articoli già uscita negli scorsi giorni. Ho sentito però il bisogno di metter giù una riflessione personale, sull'onda di una certa inquietudine. In effetti, è questo il sentimento che provo pensando alla Brexit e ad altri fatti analoghi che succedono nel mondo.

Manco a farlo di proposito, a dirlo è proprio uno dei più
importanti personaggi di una delle serie inglesi più
famose degli ultimi decenni!
In effetti, se si trattasse di un caso isolato, forse non sarebbe una questione così angosciante. Eppure, situazioni simili si ritrovano in gran parte d'Europa. Dalla Catalogna che vuole staccarsi dalla Spagna alla Scozia che cerca da tempo l'indipendenza dallo stesso Regno Unito, fino ad arrivare ai tanti che chiedono l'uscita di altri paesi dall'Unione Europa: è tutta una corsa per dividersi, per isolarsi dagli altri. Il che, a mio avviso, è pessimo, una vera e propria aberrazione.

I progressi tecnologici degli ultimi secoli - e ancor di più, quelli degli ultimi decenni - hanno portato possibilità nuove, mai viste prima nella storia dell'umanità. Possiamo comunicare quasi con ogni persona del mondo, dialogare e ascoltare posizioni diverse. Possiamo anche viaggiare, visitare luoghi lontanissimi con qualche ora di viaggio: una possibilità che fino a duecento anni fa nessuno aveva. E abbiamo internet, una fonte di informazione eccezionale, come non se ne sono mai avute nella storia. Una risorsa ricchissima e consultabile liberamente quasi ovunque, con costi che chiunque può sostenere.

Grazie ciò, abbiamo la possibilità di vedere il mondo a trecentosessanta gradi. Potremmo così capire molte più cose: per esempio, che tra noi e gli altri sono molte di più le similitudini che le differenze. E si potrebbe capire, soprattutto, che l'unione fa la forza. Là dove le persone si uniscono, e lavorano per il bene comune, va infatti molto meglio rispetto a dove le persone sono più divise, dove ognuno va per conto suo. Basta fare un raffronto tra i paesi Scandinavi e l'Italia, per capirlo.

In teoria, mai come ora ci sono i mezzi per capire che l'unità è la strada giusta per aumentare il benessere, mentre le divisioni spesso rappresentano il problema. Purtroppo, però, nella pratica è ancora il conflitto la regola nei rapporti umani. Qualcuno è anche giusto, in fin dei conti: chi si ribella alla propria condizione infima è del tutto giustificato. Alcuni di questi scontri, però, derivano solo retaggi di un passato più difficile, in cui la sensibilità era diversa, e in cui soprattutto non c'era il benessere che abbiamo scoperto essere così preferibile. Sono idee vecchie e che andrebbero archiviate una volta per tutta, allo scopo di creare un mondo migliore.

Questo, almeno per la mia opinione, è la strada giusta . È proprio per questo che la Brexit e i casi simili, ma anche le tendenze opposte che l'hanno causata (non ho mai voluto difendere l'Unione Europea, che in tutta la faccenda ha colpe enormi) mi inquietano: invece di andare avanti, stiamo andando indietro. Stanno tornando in auge schemi di pensiero anacronistici come il nazionalismo, la paura del diverso, il dominio del più forte sul più debole e l'intolleranza che nella storia non hanno fatto altro che portare morte e sofferenza. Tutti quelli che si professano "civili" dovrebbero combattere queste idee; eppure, non solo esse non arretrano, ma con la crisi economica e morale che abbiamo vissuto negli ultimi anni, hanno aumentato i loro consensi, e rischiano di dilagare.

Personalmente, odio la direzione in cui la storia ci sta portando. Mi piacerebbe vedere l'umanità affacciarsi al futuro con ottimismo e spirito di fratellanza. Utopia? Forse, ma sempre meglio del futuro che si prospetta. Come ha già detto qualcuno negli scorsi giorni - perdonatemi, non ricordo chi - mai come ora realtà e distopia sono vicine. Si rischia di tornare indietro, di rivivere il peggio del passato: e questo, per chi come me ha a cuore valori come la libertà, l'uguaglianza, il benessere, è del tutto inaccettabile.

La domanda: qual è la tua opinione su questi recenti fatti d'attualità? E cosa ne pensi della mia opinione?

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