martedì 22 novembre 2016

Se la nostalgia è insensata

Domani, 23 novembre, è un giorno molto atteso, per me come per tanti videogiocatori italiani. È infatti la data di uscita nel nostro paese del nuovo (doppio) capitolo della serie Pokémon, Pokémon Sole e Pokémon Luna. Da grande appassionato di questo mondo fin dall'adolescenza, mi sono affrettato a preordinare uno dei due mesi fa, ben prima dell'uscita delle prime entusiastiche recensioni che si possono leggere qua e là in questi giorni.

L'uscita di un videogioco come questo in teoria dovrebbe essere un fatto neutro. E invece anche stavolta si sono scatenate le polemiche: ne ho viste parecchie, in questi mesi. Lasciando da parte quelle ovvie dei detrattori dei Pokémon, della serie "alla vostra età state ancora a giocare con questi giochi da bambini" - trovo che dovrebbero guardare a loro stessi, invece di giudicare ciò che gli altri fanno da soli senza far del male a nessuno - ce ne sono state parecchie anche da parte degli appassionati. Il che mi ha dato un po' da pensare.

Questa è la versione del gioco che ho ordinato io  per adesso
(la versione Luna invece arriverà più avanti, probabilmente).
Quindi se non aggiornerò il blog per qualche mese, sapete che
cosa sto facendo (no, scherzo - forse :D !)
In questi mesi ho letto svariate critiche: i nuovi Pokémon sono brutti e senz'anima, le novità - e sono tante - snaturano il gioco, le mosse Z (una nuova dinamica di gioco) sono una cretinata, e così via. Seppur diverse tra loro, tutte queste idee hanno un filo conduttore comune: ogni novità che questi videogiochi presentano rispetto ai predecessori non vanno bene. Rigirando la questione, è come dire che i giochi vecchi erano meglio dei nuovi.

Non posso parlare per questa ultima versione - come ho già detto ci devo ancora giocare. Posso però parlare dell'ultima generazione di giochi Pokémon prima di questo, la sesta. All'epoca non seguivo ancora le pagine di appassionati sui social come oggi, ma sono sicuro che anche quei giochi hanno raccolto non poche critiche, probabilmente simili a quelle attuali. Critiche che secondo me sono del tutto insensate.

Come ho già detto, è dall'adolescenza che ho la passione per questi videogiochi. Ho cominciato intorno agli anni duemila, e ho giocato praticamente tutte le generazioni. Posso quindi dire con cognizione di causa che i giochi più nuovi surclassano i vecchi sotto ogni punto di vista. Oltre che come grafica - fatto in fondo banale - sono migliori per esempio nella varietà: le ottocento specie di Pokémon attuali creano una biodiversità (se mi passate il termine) molto maggiore rispetto ai centocinquanta originale, il che rende il tutto più interessante per gli "incastri" che si possono ottenere. Anche i vari aggiustamenti fatti nel tempo (nuovi tipi, nuove compatibilità, nuove dinamiche) rende il tutto più interessante.

Tuttavia, la sesta generazione vince soprattutto nella profondità. Se i primi giochi sono lineari e pensati principalmente per i ragazzi, gli ultimi usciti hanno tutt'altro spessore, con trame meglio studiate e diversi livelli di lettura. Sicuramente erano storie adatte ai giovani, ma apprezzabili anche da qualcuno più adulto può apprezzare. Volendo fare un paragone, si possono usare gli ultimi libri della saga di Harry Potter, che probabilmente possono piacere anche ai più giovani, ma credo che siano più adatti a un pubblico adulto.

Questo per quanto riguarda la sesta generazione: la settima, quella di Sole e Luna, promette di essere pure più interessante ed emozionante. Ma per molti, la prima continua a essere la migliore, nonostante sia oggettivamente peggiore, e questo per me ha poco senso. Posso capire la nostalgia di quando si era piccoli, e tutto sembrava più bello ed eccitante: anche io ricordo con affetto, per esempio, dei pomeriggi passati a guardare i cartoni da bambino. Ciò non toglie che riguardandoli con gli occhi oggi trovi molti di loro stupidi.

Questo "effetto passato" non è solo questione di Pokémon e di videogiochi: quasi in ogni branca della cultura popolare si leggono le medesime critiche. Vogliamo parlare degli anime, di come molti sostengano che i vecchi, spesso ripetitivi, semplici e anche brutti da vedere (per esempio quelli coi robot giganti) siano meglio di tutti i nuovi, anche di quelli profondi, con una trama originale e animazione di alto livello? O vogliamo parlare di Star Wars, dove i nuovi film - non splendidi, è vero, ma nemmeno così brutti -  sono giudicati scadenti, mentre i primi tre sono considerati divini nonostante abbiano anch'essi dei grossi limiti oggettivi?

Insomma, io trovo insensato che l'amore per il passato - che in fondo posso capire e anche condividere - si trasformi  spesso in odio per il presente. Va bene, oggi ci sono tanti problemi; magari c'erano anche anni fa, ma noi non eravamo abbastanza adulti per dovercene preoccupare. È anche ovvio che la nostra percezione è cambiata nel tempo, e che il nostro modo di fruire le cose non è più lo stesso: da ragazzini tutto era una figata pazzesca, oggi abbiamo più spirito critico e più profondità di giudizio. Proprio per questo, però, molti dovrebbero giudicare le cose con maggior consapevolezza. Solo perché certe cose appaiono bellissime nei ricordi, non vuol dire che sia così davvero. Non capisco perché molti vivano in questa illusione.

Come ho già detto tante volte, poi, io sono tollerante verso chiunque. Se uno vuole sostenere che i primi giochi Pokémon surclassino gli ultimi, e che in generale il vecchio è meglio del nuovo, è liberissimo di farlo. Penso solo che vivere nel passato non sia molto sano: impedisce di godere appieno di tutto quello che il presente ha da offrire. Non sempre è facile: anche a me capita di non apprezzare nuove invenzioni (non sono un grande amante degli smartphone, per esempio - anche se non credo si stesse meglio quando i cellulari erano più semplici). Ma almeno cerco di valutare ogni novità con la mente aperta, e di valutare ogni cosa con la ragione, invece che con la più facile emotività. Quanti provano a fare altrettanto, oggi?

La domanda: ti capita di pensare mai che il vecchio sia meglio del nuovo in qualche campo? E cosa ne pensi del mio ragionamento?

2 commenti:

  1. Vecchio meglio del nuovo? Basti pensare alla musica. Prendiamo Pink Floyd, Deep Purple, Dire Straits, Jethro Tull e confrontiamoli con qualsiasi gruppo di oggi: nessundo dei nuovi è in grado di reggere il confronto!
    Per quanto riguarda i Pokemon li ho sempre trovati spaventosamente devianti. Il loro concetto di base è davvero mortificante.

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    1. Mi spiace, ma non sono d'accordo. Anche oggi escono capolavori al pari di quelli incisi dai gruppi che citi - pochi, è vero, ma non erano tanti nemmeno all'epoca. Il problema è che i grandi gruppi di oggi non vengono riconosciuti come tali: il problema è di percezione.

      Ci sono diversi motivi per questo. In primis, negli anni sessanta, settanta e ottanta i gruppi erano relativamente pochi, e la musica era ancora molto in divenire. In una situazione così, è ovvio che chi era più bravo o più originale riusciva a emergere - o almeno, in molti casi era così. Oggi la situazione è molto diversa: ci sono migliaia di gruppi in ogni genere musicale, e anche una band valida deve sgomitare con mille altre per avere un po' di visibilità.

      In più, per esperienza so che il pubblico ormai diventa sempre più "conservatore": anche chi, per evitare di finire nella massa, cominci a suonare qualcosa di nuovo non potrà che piacere a una nicchia ristretta. Al contrario, chi si mette a copiare un gruppo famoso forse un po' di fama può ottenerla, ma non troppa: dopotutto, tra l'originale e la copia, si preferisce sempre l'originale.

      Soprattutto, però, la differenza tra i gruppi di ieri e quelli di oggi sono i soldi - triste a dirsi, ma è così. Gli anni sessanta/settanta/ottanta sono anni di spese folli in fatto di produzione, promozione e tour di centinaia di date con coreografie pazzesche. Oggi a parte qualche band davvero di punta, anche nomi di fascia medio-alta sbarcano a fatica il lunario con la loro musica. E per chi sta sotto va anche peggio. Dico questo non per sentito dire, ma per esperienza diretta: col mio gruppo non siamo riusciti a trovare un'etichetta che non chiedesse soldi per stampare su CD il nostro disco, che tra l'altro già abbiamo registrato e promosso a nostre spese (e non è perché siamo scarsi: chi ci riteneva tali non ci ha nemmeno proposto di stamparci). Oggi non è più come una volta: oggi quasi nessuno investe nella musica, in questo mondo c'è rimasta solo gente buona a chiederli, i soldi.

      Insomma, non è che i grandi gruppi non esistono più. Semplicemente, è che nessuno dà loro più un minimo di credito, di sostegno, di chance per diventare grandi. Ma questa, ovviamente, è la mia opinione :) .

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