giovedì 2 novembre 2017

Il mistero della violenza

"Non ho particolari talenti, sono solo appassionatamente curioso.": così si descriveva Albert Einstein a Carl Seelig (scrittore e suo primo biografo). Seppur io non voglia certo paragonarmi all'intelligenza del grande scienziato tedesco, potrei dire qualcosa di analogo: tra i vari lati del mio carattere, credo che la curiosità, forte e insaziabile, sia uno dei più positivi.

Questa curiosità mi spinge a leggere online degli argomenti più svariati: dalla storia all'origine delle lingue, dall'astronomia alla geografia, e così via. In ognuno di questi campi, sono portato a chiedermi il perché di tutto ciò che leggo, le ragioni che ci sono dietro. Spesso riesco anche, attraverso riflessioni e approfondimenti, a darmi una risposta: così facendo, imparo qualcosa di nuovo. Ci sono però dei frangenti in cui non ci riesco: accade, oltre che davanti ai misteri ancora non rivelati dalla scienza (di cui però parlerò altrove, magari), quando vengo in contatto coi lati più oscuri dell'uomo. Come per esempio la violenza.

Da un certo punto di vista, sono una persona molto affascinata da temi per così dire "controversi". Mi capita spesso di leggere di serial killer, di guerra, di dittature, dei momenti più cupi della storia. Sono argomenti che mi piacciono: del resto, come è noto, il male ha un suo fascino, anche su persone insospettabili. Ma dall'altro lato, quando provo a vagliare questi argomenti con la ragione, non riesco mai - o quasi -  a inquadrarli bene.

Perché per esempio un assassino seriale uccide le sue vittime senza rendersi conto del male fatto? Oppure perché, per esempio, negli anni di piombo le persone erano polarizzate e così estremiste nelle loro idee da arrivare a uccidere? E perché il nazismo ha fatto anche di peggio di così, scatenando sul mondo violenze e crimini atroci senza precedenti? Me lo chiedo a volte, ma non riesco mai a darmi una risposta che sia convincente fino in fondo.

Sarà che io aborro la violenza vera e propria: non fa proprio parte di me, non riesco proprio a concepirla. Così, quando vengo a conoscenza di certi fatti, pur cercando di penetrarli non afferro mai il motivo per cui la violenza sia così diffusa nella storia dell'uomo. Risultato: a volte queste letture sono insoddisfacenti, ed è frustrante non riuscire a capire.

Sono convinto però che la mia curiosità non sia sbagliata, e anche che queste letture così "oscure" siano lo stesso utili. Forse non comprenderò mai ciò che spinge gli uomini a far del male agli altri uomini, ma una cosa è sicura: conoscere mi può aiutare in tanti modi. Non solo per la scrittura - la mia tra l'altro è piena di azione, spesso anche violenta - ma anche perché conoscere è il modo migliore per difendersi. E credo che questo sia molto importante, specie in un periodo di rigurgiti del peggio della storia come il nostro.

La domanda: ci sono cose che da un lato ti affascinano, ma dall'altro non riesci a capire?

4 commenti:

  1. Beh, la violenza per fiction è affascinante. Non la capisco nemmeno io, ma sicuramente c'è un senso (magari personale, per ognuno).
    Mi affascina il paranormale, ma... sono assolutamente materiale, non credo veramente in quelle cose XD

    Moz-

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    1. Anche a me piace la violenza "fiction": amo libri e serie TV con storie turpi, e adoro la musica più violenta :D . Ma quella reale sfugge alla mia comprensione.

      Concordo comunque col discorso "paranormale" al 100%. Adoro le storie che ne parlano, ne ho anche scritte di mie. Ma penso che sia solo fantasia, e che nella realtà non esista nulla del genere :) .

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  2. Tutto quello che esercita un'attrazione "serve", secondo me, anche se non è facile capire a cosa. Seguendo questo principio, però, visto che non sento affatto il fascino degli aspetti più oscuri della storia e della vita umana, me ne tengo lontana, a volte fino ad arrivare al ridicolo. Non c'è verso che io legga un libro o veda un film in cui la sofferenza e la malvagità non siano purificate e illuminate, tanto da diventare quasi positive. Sento parecchie critiche per questo, ma del resto ognuno ha il diritto di scegliere come usare il suo tempo... dico bene? :)

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    1. Pensa un po', le mie storie raramente finiscono in maniera positiva, e anche in quel caso la morale è sempre cupa e pessimista :D . Però ti do ragione sul fatto che ognuno ha il diritto di leggere/fruire le opere che preferisce, magari anche facendo scelte controcorrente :) .

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