martedì 19 dicembre 2017

Mercatini di Natale e miserie umane

Come ho raccontato qualche settimana fa, in questo periodo sono molto occupato col lavoro, specie nei weekend. Vuoi sapere perché? Succede che nei fine settimana di questo mese vendo i prodotti di pasticceria della mia azienda in una bancarella situata in un mercatino di Natale (tra l'altro, come lo scorso post del martedì era nato allo stadio di San Siro, sto scrivendo questo proprio dalla bancarella).

Come definire questa esperienza? Senza pensare troppo per cercarne un'altra, direi che "deprimente" è la parola giusta - o forse "orribile" è anche più calzante. Ma il corso di autostima che sto seguendo mi ha insegnato, tra le varie cose, che anche le esperienze negative possono essere utili: da esse si può solo imparare. E così, ho preso questa brutta situazione con un atteggiamento giocoso, aperto, e così facendo ne ho anche tratto un'importante presa di coscienza.

Pensavi che fossero spaventosi? Almeno loro non hanno il
tuo stesso diritto di voto e non fottono il tuo futuro!
Di gente pessima me ne è passata davanti a bizzeffe: ho incontrato quasi tutti i trenta tipi che avevo descritto nei miei post della serie "10 persone che non vorresti nel tuo negozio" Non solo: sono venuto a contatto anche con casi umani che non avevo considerato - e che nemmeno immaginavo esistessero.

Andiamo da quello che rischia di inciampare per voltare sdegnoso la testa dall'altra parte (evidentemente sono troppo brutto - o troppo antipatico - persino per essere guardato) a quelli che si fermano solo alle bancarelle vuote con alberi e presepi (sarà la sorpresa: in questi giorni in quale altro posto ne puoi trovare nel resto del mondo?), Insomma, tra lo scorso weekend e quello ancora prima posso vantare di aver visto una ricchissima collezione di teste di cazzo. Ma come detto ogni esperienza ha il suo insegnamento, e io ne ho tratti ben due.

Il primo è che l'italiano medio non è un homo sapiens, o almeno non uno vivo: la cosa a cui assomiglia di più sono invece gli zombie di George Romero - che non per nulla a loro volta erano un'allegoria del consumatore medio americano. E no, non sto affatto esagerando.

Non ne ho la certezza matematica, ma a occhio credo che più della metà di chi entra nell'area dei mercatini ne esca senza aver comprato nulla. A questo punto, potresti pensare che lo facciano soltanto per guardare la merce esposta. Sbagliato! La mia esperienza mi insegna che la maggior parte di questa gente alza gli occhi sulla tua bancarella per al massimo un paio di secondi. Quando poi lo fa: tanti mentre passano guardano tutto il tempo per terra, per aria, sul giornale o sullo smartphone.

Perché quindi questa gente si trova ai mercatini? Non so dirlo con certezza: se avessi io tempo libero e nessun impulso a comprare qualcosa, starei a casa a riposare (o a scrivere). La teoria che trovo più plausibile è che appunto siano più zombie che esseri umani. La loro unica capacità è camminare - anzi, trascinarsi in posizione eretta - senza una meta e senza una volontà precisa: che siano capitati a farlo proprio nell'area dei mercatini di natale è solo un caso.

Il secondo insegnamento è invece che anche chi compra non è migliore. Il motivo è presto detto: più i prodotti di una bancarella sono di qualità, più le probabilità che vengano comprati sono basse. Mentre ad avere maggiore successo è chi vende delle stronzate totalmente inutili.

Non è invidia, la mia: non lo dico perché i miei biscotti e marmellate naturali al cento percento e di qualità superiore non vanno certo a ruba - o almeno, non è solo per questo. Per dire, nella zona in cui sono c'è una bancarella ricolma da una parte di gigantesche lastre di cioccolato di tutti i tipi. Dall'altro invece ci sono salumi assortiti e tante altre buone cose. Roba che se avessi giusto un po' di soldi saccheggerei a piene mani.

Ebbene, in proporzione quella bancarella ha avuto nella giornata di sabato (mentre scrivo) persino meno successo di me - il che è tutto dire. Vuoi sapere invece chi ha fatto meglio? Un'altra sempre qui in zona, che vende saponette e soprammobili inutili e brutti. Ma che nonostante questo sono andati a ruba in ogni momento del giorno, anche in quelli di minor traffico di persone.

Come spiegare questo fatto, che sembra così illogico? Stavolta più di una teoria ne sono convinto al cento percento: all'italiano medio tutto ciò che è intelligente, buono o di alta qualità non interessa, dato che cozza con la sua essenza profonda. Essendo costui una persona profondamente mediocre e stupida, solo i prodotti che lo sono altrettanto gli fanno venir voglia di comprare. Il meccanismo che scatta è una sorta di immedesimazione, come quella alla base della letteratura.

Cosa si ricava da questi due insegnamenti? Entrambi indicano chiaramente quanto miseri, insulsi e poco intelligenti siano buona parte degli appartenenti al genere umano. Ma in fondo questo lo sapevo già: forse non pensavo che la situazione fosse così grave, ma è un'idea che ho fatto mia ormai da decenni. E ormai nemmeno mi fa più arrabbiare: del resto ho scritto questo articolo in maniera molto leggera e ironica, più che con spirito polemico - l'avevi capito, vero?

Più che altro, ho preso coscienza di quanto io sia poco adatto al mio lavoro. Non essendo disposto a creare prodotti mediocri né a mettere l'idiozia altrui in posizione dominante rispetto alla mia intelligenza superiore (sarò arrogante, ma la penso così) ero destinato fin dal'inizio al fallimento. Per fortuna, a questo punto non manca molto, e così poi potrò dedicarmi a cose più eccitanti e in cui renderò meglio (e non vedo l'ora). Ma questa è un'altra storia.

La domanda: e tu come ti comporti ai mercatini di Natale, se li frequenti? Ma soprattutto: non ti crea almeno un po' inquietudine il fatto che siamo un paese nel pieno di un invasione zombie?

6 commenti:

  1. Personalmente detesto mercati e mercatini, la gente che ti spintona di qua e di là, che cammina con la testa per aria, gli assembramenti e il vociare caotico... tutto questo non fa per me. Al di là di questo comunque le tue considerazioni si possono applicare a qualsiasi campo, mondo dei libri compreso. Funziona solo la mediocrità. L'ultima volta che sono stata (mio malgrado) in un mercato ho pensato proprio che fosse lo specchio esatto dell'editoria. Fatti coraggio.

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    1. Nemmeno io sono un tipo da mercatino, in realtà. Se non avessi dovuto , molto probabilmente non ci sarei andato affatto. E ora che ho visto com'è, dopo quest'esperienza mai più nella vita :D .

      Comunque a me non disturba in realtà di non vendere. Con il corso di autostima che ho fatto, anche se è brutto che le cose stiano così non mi lascio angosciare. Ma grazie lo stesso per il "coraggio" ^_^

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  2. Sei sempre molto estremo nei giudizi, molto più di me (al di là dell'ironia e della leggerezza) XD
    Pensa, io i mercatini di Natale li organizzo, questo sarebbe stato il sesto anno se il vento non avesse distrutto tutto due giorni prima... e ti dico che gli espositori sono sei anni che VOGLIONO tornarci, tutti. Si prenotano da agosto.
    Si lamentano sempre, eh, ma poi tornano (pure quelli enogastronomici, tipo cioccolatieri ecc)
    Ovvio che esista gente che non compra, io stesso non amo molto la quasi totalità della merce proposta.
    Pensa, non faccio grandi acquisti nemmeno alle fiere del fumetto! :)

    Moz-

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    1. Non ho mai negato di essere estremo. Solo, negli ultimi tempi ho accettato meglio questo fatto e ho smesso di nasconderlo :D .

      Comunque, se i mercatini che organizzi tu funzionano e quelli a cui partecipo io no, ci sarà di sicuro un motivo. Magari c'è più gente, magari è gente meno provinciale e non ti guarda storto sei fai qualcosa di diverso o di buono. O magari è colpa mia, che non vendo: magari la mia bancarella ha poco appeal - cosa possibilissima :) .

      Per quanto riguarda la gente che non vuole comprare, non è questo che mi dà fastidio. Anche io, quando vado anche solo in un negozio, sono molto restio a fare spese che non siano strettamente necessarie, quindi lo capisco. Più che altro, il problema vero è che la gente ama "lammerda". Quanti di quelli che mi passano davanti senza comprare nulla mangiano abitualmente biscotti o marmellate? Non tutti, ovviamente, ma comunque tanti. Ma li vanno a comprare nel discount a fianco: gli costa di meno, ma non sono naturali né buoni come i miei prodotti. Qui il problema si riallaccia al discorso di prima: alla gente non importa la qualità, preferisce la roba mediocre, purché costi poco e sia bella infiocchettata :) .

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    2. I mercatini che organizzo io sono uguali a tutti gli altri, la gente (e gli espositori) sono uguali in tutto il mondo.
      Pure io, paradossalmente, potrei scegliere -quel giorno- di mangiare un Lion Nestlè (quindi superjunkfood perdipiù di una casa sempre sotto i riflettori) piuttosto che prendere il cioccolato artigianale in una bancarella.
      Ma non è che non apprezzi il secondo, è che magari ho i miei motivi (economici o emozionali) per preferire il primo... Insomma, potrei dire per te che a volte ho proprio voglia di un Cornetto Algida pur avendo gelaterie artigianali a due passi XD

      Moz-

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    3. E allora non so che dirti. Come dicevo prima, probabilmente sono io che sono poco capace di tenere una bancarella :D .

      Per il cornetto Algida ti do ragione: il gelato artigianale medio in realtà ha poco sapore. Tutto il contrario di quello naturale, che invece ha un gusto completamente diverso: purtroppo però la gente preferisce quello che non sa di niente, se il locale è alla moda. Come ho detto, è più importante infiocchettare bene il prodotto che la qualità in sé :D .

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