martedì 6 marzo 2018

Il gioco della scrittura

Un mese e mezzo fa, se ti ricordi, pubblicavo "Perché un blog chiude", a mio avviso uno dei miei articoli più riusciti negli ultimi tempi. Tra i concetti fondamentali di quel post (e anche di alcuni successivi) c'era una convinzione che ho sviluppato in questi ultimi mesi (più o meno da quando con il corso di autostima ho cambiato prospettiva di vita): il modo più giusto per gestire un blog è quello di prendere l'esperienza come un gioco e senza troppa serietà.

Ma questa regola, come dicevo anche lì, non si limita solo ai blog: è anzi applicabile con successo a ogni lato della vita. In generale, cercare di divertirsi e lasciare da parte paura ed emozioni negative porta non solo a una vita più serena, ma anche a risultati migliori, e questo vale in ogni campo: ovviamente, la scrittura non fa eccezione. E non lo dico così, in via teorica: è proprio quello che ho sperimentato negli ultimi mesi.

Il cambiamento di cui parlo qui nel post è avvenuto tra novembre e
dicembre. E questo è il risultato materiale: il numero di parole mensili
ha fatto un balzo da gigante verso l'alto.
In effetti, devo dire che il mio approccio alla scrittura si è  rivoluzionato negli ultimi mesi. Per me fino a poco tempo fa scrivere era bello, ma comportava anche uno sforzo importante; adesso invece lo è molto di meno, mentre a vincere è la componente di divertimento e soddisfazione.

Di fatto, era così perché non riuscivo a zittire paure e preoccupazioni, che un po' mi frenavano proprio nell'atto della scrittura. Per esempio, mentre scrivevo pensavo: questa scena funzionerà? Dovrei cambiare il punto di vista? Dovrei modificare questo dettaglio della storia? E così via.

Ma non era solo questo: avevo anche paure che andavano oltre le scene e le trame. Per esempio, mi chiedevo spesso, non senza timore, cosa avrei fatto una volta finito il romanzo: a chi lo avrei affidato? Come avrei fatto a non bruciarlo (in senso metaforico, ovvio)? Sì, è abbastanza assurdo, e ora riesco a vederlo anche io: pensare a come valorizzare un romanzo è importantissimo... ma prima uno lo deve finire. Inutile fasciarsi la testa prima di essersela rotta.

In generale, adesso pensieri simili mi sfiorano molto di meno. Ora mentre scrivo penso solo a quello che sto facendo e cerco di prendere il tutto con più leggerezza e un certo spirito giocoso. Ma non per questo mi manca la serietà per farlo: anzi, questo approccio mi consente di focalizzarmi molto meglio sull'obiettivo, il che a sua volta mi fa avere risultati migliori che in passato. E, di conseguenza, tutto questo mi rende più motivato nello scrivere, e molto più fiducioso in me stesso.

Divertimento e motivazione sono i due motivi che al momento mi spingono ad andare avanti con la letteratura, e non è poco: posso dire che sono due leve potentissime. Non è un caso se dal punto di vista della scrittura questo è il periodo più prolifico della mia vita. E non è che lo dico perché l'ho valutato a occhio, anzi: è un'affermazione scientifica. Forse ti ricordi che tengo conto delle mie statistiche giornaliere di scrittura: ebbene, nell'ultimo periodo la quantità di parole che ho scritto si è impennata. E questo è nulla: da come sta andando questo mese, credo che potrei fare ancora meglio nel prossimo futuro.

A questo punto, tu mi puoi obiettare: sì, hai aumentato il numero di parole, ma questo non è indice che tu sia cresciuto dal punto di vista della qualità. Sono d'accordo, ma sai che c'è? Penso che oltre a scrivere di più, ora lo faccio anche meglio. Far pratica tutti i giorni di sicuro è utile per affinare la mia abilità; ma soprattutto, focalizzazione e giocosità sono due grandissimi alleati in questo. Certo, la qualità non è quantificabile come la qualità, ma la mia impressione generale è di essere migliorato, e non di poco

Ecco perché sono convinto che prendere la scrittura come un gioco sia non solo il modo più giusto per farlo, ma anche quello che può portare più lontano. Non è detto che io riesca a diventare mai uno scrittore famoso: in questo contano non solo l'impegno, ma anche la fortuna e tanti altri fattori impossibili da considerare tutti. Tuttavia, questo approccio se non altro la aiuta molto: sono convinto che continuando come facevo prima non sarei andato mai da nessuna parte.

Non lo dico per dire: è impossibile fare strada nel mondo della letteratura se si è sempre bloccati e non si riesce mai a portare a termine nemmeno un romanzo - specie se questo è dovuto a paure e scarsa autostima. Mentre ora, che vado dritto e sono a buon punto in questo senso, ho di sicuro qualche chance in più. Ma non è solo questo: sono convinto che con questa nuova fiducia nelle mie capacità, posso raggiungere qualsiasi risultato io voglia. Ma questa magari è un'altra storia.

La domanda: qual è il tuo approccio generale alla scrittura? Più serio e con più paure, oppure lo prendi anche tu come un gioco?

10 commenti:

  1. Ovvio: più scrivi, più migliori. È una palestra. Migliori in tutto, anche nella gestione stessa della scrittura.
    Il mio approccio? Sempre assolutamente ludico e diverito. Nella vita per me l'importante è divertirsi, sempre :)

    Moz-

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    1. Siamo in sintonia: anche per me è così, sempre. Anche se come approccio l'ho imparato solo da pochi mesi :).

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    2. No, non è mai troppo tardi. Ma meglio prima che dopo: di sicuro se avessi imparato questo approccio alla vita anni fa, le cose sarebbero molto migliori ora per me. Sì, posso recuperare, ma se fosse successo prima di sicuro mi sarei evitato un sacco di problemi e di fatica :) .

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  2. I periodi di gioco e di serietà si alternano per me, ma è sicuro che liberarsi dalle pastoie mentali dia risultati straordinari, quindi non mi meraviglio dei tuoi successi. Piuttosto ti faccio i miei migliori auguri perché la giocosità rimanga con te. :)

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    1. Sono d'accordo sulle pastoie mentali. Per gli auguri invece mi fanno piacere ma non servono: sono sicuro che questo spirito rimarrà con me sempre, ora che ho imparato a evocarlo. Però grazie per il pensiero ^_^ .

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  3. Mi sembra che il tuo sia l'atteggiamento migliore. Come ho scritto più volte, l'ansia da prestazione è deleteria per la scrittura. Io la prendo come un lavoro, però, non come un gioco. Però, è un lavoro in cui mi diverto, e quindi privo di qualunque implicazione (stress, fatica ecc.) associato a un'attività professionale tradizionale. Quindi sì, è un lavoro giocoso. E il focus ultimamente è solo sulla creatività. :)

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    1. Ma come ho scritto qua sopra, anche per me la serietà è assoluta, eh :D ! Anzi, direi proprio che pure io lo considero un lavoro. Dopotutto, uno deve farlo per forza se vuole farlo tale; ensando invece che sia un hobby, sempre un hobby rimarrà :) .

      Ciò non toglie però che la componente del divertimento prevale di gran lunga sulla fatica: ecco perché dico che è più un gioco che un lavoro. Come diceva quella famosa citazione (non ricordo di chi, forse di Confucio?), trova un lavoro che ami e non lavorerai un giorno della tua vita :) .

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  4. Penso che la scrittura sia in parte lo specchio di come ci sentiamo nel profondo, quindi l'approccio che abbiamo nei suoi confronti dice. Io in questo periodo non ho un buon rapporto con la scrittura, non sto scrivendo nulla di nuovo né riesco a revisionare cose vecchie, mi sento svogliata e anche un po' in conflitto. Vorrei tornare a provare le emozioni di un tempo e a divertirmi, ma per ora non ci riesco.
    (Mi rendo conto di aver scritto un commento deprimente...)

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    1. Non mi dà fastidio se il commento è deprimente: sapessi io quanti ne ho sparsi per il web di simili fino a pochi mesi fa :D .

      Più che altro, mi spiace che per ora non ti trovi bene con la scrittura. Spero che sia solo una fase, e che ritrovi a più presto possibile il giusto entusiasmo per portarla avanti. Ma non solo per la scrittura in sé: più che altro, per stare bene tu in primis - visto che sono convinto tu ci tenga molto ^_^ .

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Il tuo commento è molto prezioso per me. Anche se mi vuoi insultare perché non ti piace quello che scrivo, fallo pure: a prendere in giro i maleducati mi diverto tantissimo! Ma a essere sincero preferisco chi si comporta bene: se lo farai anche tu, mi farai ancora più contento!